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Agire prima che sia troppo tardi
di Luigi Quartucci
La storia ci dice che nei primi anni del secolo scorso, dopo la prima guerra mondiale, una tragedia che aveva convolto le coscienze, in Italia gli scontenti per una pace che aveva trattato gli italiani come sconfitti e non come vincitori (la famosa "Pace Mutilata") cominciarono a protestare. I governi, deboli e incapaci, non davano risposte e le masse di cittadini affamati e scontenti tumultuavano ovunque nella penisola.
Fu facile, in quel periodo, per le frange più violente della contestazione cavalcare lo scontento e incanalare i consensi sull'idea di un uomo forte che fosse capace di difendere gli interessi del popolo.
Fu così che, con la complicità di un re persino più incapace dei suoi ministri, il fascismo prese il potere.
Non lo prendevano molto sul serio, gli italiani di allora, a parte le violenze squadriste questo partito senza storia e senza ideologia, nato dal malcontento e dalla protesta popolare non faceva, inizialmente, paura. Sciaboletta disse, infatti: "Ne abbiamo provati tanti, proviamo anche questi".
Si pensava che, se avessero fallito anche loro, sarebbe stato facile liberarsene.
Non fu così e tutti sappiamo com'è andata a finire.
In Germania, dopo alterne vicende e un'inflazione siderale, il fenomeno si ripeté e, sulle squadracce di picchiatori, fu costruito il partito nazionalsocialista, dapprima insignificante ma sponsorizzato dalla grande industria, poi sempre più diffuso tra la gente scontenta.
Vinse le elezioni e i suoi avversari non si preoccuparono molto, erano certi che se ne sarebbero potuti liberare facilmente.
E se ne liberarono, insieme con il fascismo.
Dopo oltre 20.000.000 di morti, cinque anni di guerra feroce, uno sterminio di ebrei, rom, avversari politici condotto con fredda determinazione nei campi di sterminio, l'Europa giurò: "Mai più guerre", "Mai più nazismo e fascismo", "Mai più olocausti".
Ma le parole entusiasmano mentre le dici, infiammano gli animi e poi, se non sono seguite da fatti concreti, volano via col vento.
E così è stato per questi giuramenti.
Oggi l'Europa inneggia alla guerra, vuole la guerra, vuole le armi, altre armi, tantissime armi; oggi l'Europa vede i partiti di estrema destra alzare la testa nuovamente, come allora, e non fa nulla per fargliela riabbassare; oggi l'Europa non apre bocca sull'olocausto che si sta perpetrando in Palestina, sui bambini uccisi, sulle popolazioni inermi massacrate dal criminale Nethanyau.
Nessuno si preoccupa, tanto, si pensa, non c'è pericolo, li cacceremo via questi nostalgici nazifascisti quando vogliamo.
I nostri nonni non riuscirono a cacciare via i nazifascisti di allora, cosa vi fa creedere che riusciremo noi a cacciare via i loro discendenti?
Perchè è inutile girare intorno all'argomento, in Europa è tornato alla grande il nazifascismo, cioè l'assoluta mancanza di rispetto per le leggi e le Costituzioni.
Una aspirante Führer in gonnella decide quello che le pare scavalcando il Parlamento e gli organi di controllo e ignorano il parere della Commissione giuridica perchè vuole comprare armi per 800 miliardi di euro.
Un'aspirante Duce in gonnella pensa di poter legiferare in Italia contro la costituzione e, se questa è di ostacolo, o la ignora o la cambia.
E poi abbiamo gli eredi dei Goebbels e degli Himmler, come la lettone nemica giurata della Russia che vuole ad ogni costo l'Europa in guerra contro l'odiato Putin o come Schultz e Starmer che vogliono che la guerra continui a tutti i costi e rifiutano i negoziati per la pace.
E in Italia? Beh, anche noi abbiamo gli emuli di quelli che furono i gerarchi fascisti.
Abbiamo persino un ministro degli esteri che pare la fotocopia di Starace, ben imitato, peraltro, da Salvietta e Lollo, per non parlare degli altri sedicenti ministri.
Ridiamo, ma facciamo qualcosa, perché rischiamo di ritrovarci in una situazione in cui non sarà più possibile tornare indietro, come accadde ai nostri nonni.
Fermiamoli ora, finché possiamo, perché fra poco sarà troppo tardi.
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