Trump ferma attacco agli Houthi: non vittoria ma scelta strategica
di Leandro Leggeri

Donald Trump ha annunciato la fine della campagna militare contro gli Houthi in Yemen, definendola un successo e sostenendo che i ribelli avrebbero accettato di cessare gli attacchi alle navi nel Mar Rosso.

Ma dietro la retorica presidenziale si cela un’altra realtà: l’“Operazione Rough Rider” ha comportato oltre 1.000 attacchi e un costo finanziario esorbitante, producendo risultati marginali.

Trump finge un ritiro da vincitore, ma la decisione è frutto di un calcolo freddo: l’operazione non è più sostenibile né utile. L’accordo, mediato dall’Oman, è fragile e tutt’altro che definitivo.

Fonti Houthi negano qualunque intesa con Washington e promettono di continuare le operazioni contro obiettivi israeliani, in nome della causa palestinese.

Il presidente statunitense si sfila da un conflitto che giudica sempre meno strategico, lasciando il compito di affrontare gli Houthi a Israele.

Intanto, lo Yemen resta intrappolato sotto le bombe e nella miseria, mentre gli attori regionali si contendono l’ennesimo campo di battaglia lontano dai riflettori occidentali.

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