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07 maggio 2025
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Il male non può trionfare
di Rossella Ahmad

Cari amici, che avete pianto, sofferto, gioito, sperato, imprecato e maledetto il mondo assieme a me in 600 e passa giorni di pura agonia, vi reco la triste novella del popolo che non voleva morire, il popolo più coraggioso sulla faccia della terra, di cui sarò fiera fino al mio ultimo giorno su questo pianeta.

Ci sono voluti due anni di assedio medievale, di palle di fuoco e di piombo fuso lanciati dal cielo , di cascate di fosforo bianco e uranio impoverito scagliate da mani miserabili per avere ragione di un popolo disarmato, un popolo di profughi.

I colonialisti, che sono fratelli tra loro - di una fratellanza strana però , che viene suggellata col sangue degli innocenti - lo attaccarono senza tregua. Giorno e notte. Ogni giorno ed ogni notte, ed esso resistette.

Gli tolsero il pane e l'acqua e resistette.
Vide morire i suoi figli a migliaia e resistette.
Nel pianto delle sue donne resistette.

Sette armate coloniali per espugnare un punto sul mappamondo, da cui prenderà forma e verrà generata epica cavalleresca per i secoli a venire. Il Male non può trionfare, ha detto mia figlia. Non è giusto. Non è possibile.

Le ho narrato la leggenda delle Termopili. Le Termopili sono oggi a Gaza.

I martiri sopravviveranno nella storia e produrranno semi, come i 300 spartani, che non riuscirono ad impedire il saccheggio e la conquista ma con il loro sacrificio gettarono le fondamenta di una vittoria a lungo termine, definitiva.

Perché il male può prevalere ed apparire vincente con il suo ghigno più beffardo, ma solo momentaneamente. Ci turba, ma lo accettiamo, nell' attesa che la tyche faccia il suo corso.

Questo è il tempo della tristezza e del disonore. Chi ha fatto crescere a dismisura l'ego ipertrofico e narcisistico di un mostriciattolo artificiale, ne subirà le conseguenze. E chi ha finora taciuto senza spezzare una sola volta il silenzio dei morti viventi, ne pagherà il prezzo.

È anche il tempo della morte. Dei bambini spenti per inedia. Delle folle ammassate in 45 kilometri quadrati per meglio finirle. Di profughi lasciati alla mercè di orde di psicopatici con licenza di uccidere, da Nur Shams a Rafah, passando per Gerusalemme la Santa, costruita dai palestinesi pietra su pietra, casa su casa, respiro su respiro. Nulla in Palestina è stato edificato se non dai palestinesi.

Ma non sarà mai il tempo della rassegnazione.

Si muore adesso per risorgere poi, per riversarsi nel paese tra il fiume ed il mare in mille rivoli festanti, quando l'ultimo occupante sarà stato scacciato e persino la terra esulterà assieme ai suoi figli ritrovati.

Come i palestinesi - questo popolo straordinario che ha conquistato i cuori di tanti - io ci credo fermamente.

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