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Trump prosegue politiche di Biden ma senza ipocrisia
di Renato De Vecchis
In un articolo di Brooks sul New York Times viene adombrata la possibilità di una rivolta civile contro Trump e il trumpismo.
L' autore e' un giornalista che scrive su un giornale, NYT, che da sempre parteggia per il Partito Democratico. In questo apocalittico articolo Brooks descrive il trumpismo come il peggiore dei mali.
Ho l'impressione che si tratti di un male democraticamente scelto dagli elettori statunitensi: un male che la più grande democrazia del mondo ha voluto infliggersi e che adesso comincia a farsi sentire per effetto dei dazi che tarpano le ali ai finanzieri e agli industriali protagonisti e artefici della globalizzazione.
Nell'articolo Brooks sostiene che Trump muove una battaglia non solo contro gli studi legali e gli atenei universitari, ma anche contro la NATO.Magari fosse così. In tal caso avrebbe la mia completa e convinta approvazione. La verita' e' che Trump non vuole smantellare la NATO, ovvero non ambisce ad imitare Eltsin che sciolse il Patto di Varsavia: vuole solo responsabilizzare gli alleati e condizionarli psicologicamente al fine di ottenere il loro impegno ad una maggiore partecipazione alla spesa complessiva per la Difesa nella NATO.
Trump rappresenta l'altra faccia degli Stati Uniti, quella messa in ombra dai guerrafondai camuffati da Giuseppe di Arimatea. Trump per me non e' l'orco cattivo messo a divorare i bambini buoni delle istituzioni universitarie statunitensi, ma semplicemente uno che vuole impinguare le anemiche casse federali risparmiando nei settori che sono cari a chi non lo ha votato. Dunque con spregiudicatezza e cattiveria Trump taglia i fondi federali alle universita' americane, come pure i fondi per la NASA,senza parimenti concedere sconti alle agenzie governative.
Dovendo per forza di cose tagliare per mettere una toppa alla falla del debito federale abissale, Trump preferisce chiedere sacrifici principalmente ai settori che lo hanno in passato ferocemente criticato e che hanno alimentato l'ondata di odio contro di lui. Questa marea di sentimenti ostili antitrumpiani, sapientemente alimentati dai finanzieri presaghi della sua strategia protezionista e di " appeasement" filorusso, ha prodotto poi il fenomeno del lupo solitario che, infatuato dalla campagna antitrumpiana, imbraccia il fucile per andare ad ammazzare il tiranno.
Bisognerebbe dire a Brooks che e' colpa degli articoli radicali e talebani, come quello scritto da lui, che qualche giovane cervellino, permeabile ai proclami della rivolta civile e della semina dell'odio monotematico, ogni tanto prende una carabina o un fucile automatico e va a fare il tiro a segno dall'alto dei tetti a Dallas o a Butler.
Trump non e' la causa dei mali degli USA e la sua eliminazione politica - di certo Brooks non vuole la sua eliminazione fisica - non risolvera' la crisi di immagine e di reputazione degli USA. La loro decadenza morale deriva dalla forte sensazione da parte di altri popoli che gli USA esercitino un imperialismo politico, militare e culturale assolutamente iniquo, avido ed asfissiante.
La cifra piu' evidente e qualificante di questo imperialismo e' il patrocinio incondizionato e dispendiosissimo offerto da Biden alla causa del satrapo ucraino Zelensky calpestatore dei diritti della etnia russa del Donbass e bombardatore degli irredentisti filorussi. Qui Biden si e' fatto portavoce e rappresentante dell'interesse della Ue a tenere estromesso ed esautorato da ogni potere contrattuale in Europa il presidente russo.
La conventio ad excludendum contro Putin adottata dalla Ue e' stata abbracciata e fatta propria da Biden, ma ora Trump mostra di volere defilarsi da questa intransigente posizione di ostracismo antirusso: segno che gli interessi nazionali e della industria manifatturiera statunitense sono minacciati non certo dalla Russia ma da altri soggetti politici nazionali...
Trump ha la colpa di avere proposto al Canada di aggregarsi agli USA e di avere richiesto alla Groenlandia di indire un referendum per saggiare la disponibilita' dei suoi cittadini a divenire cittadini statunitensi. Sarebbero questi indizi di feroce barbarie imperialista? Direi di no. Trump e' meno ipocrita di Biden e meno disposto a mandare in guerra i giovani statunitensi per futili motivi. Inoltre vuole reperire materie prime per le industrie americane e ricerca accordi vantaggiosi per le terre rare.
Le politiche di rimpatrio obbligato - forzato per i migranti irregolari le fanno anche i socialisti in Germania e in Spagna. Vorremmo colpevolizzare il solo Trump per questo? Infine. Trump per compiacere la lobby ebraica americana ha concesso una sponda troppo indulgente al criminale Netanyahu. Non mi stancherò mai abbastanza di ripeterlo ad ogni occasione. Ma Brooks non mette questo argomento in cima alla sua lista delle reprimende per Trump.
La lobby ebraica del resto aveva parimenti indotto Biden ad adottare un metro molto indulgente nei confronti della politica biecamente genocidaria di Netanyahu.
In conclusione, Trump e' americano e imperialista esattamente come Biden. Solo che Trump disturba i piani dei magnati globalizzatori e dispiace ai giornalisti dei giornali contigui agli interessi dello establishment occidentale iper-liberista e mondialista.
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