Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
05 maggio 2025
tutti gli speciali

Taverna Santa Lucia: tanto onore a voi
di Rossella Ahmad

Non voglio tornare sul come chiamare cosa. Amnesty International, Human Rights Watch, da qualche giorno anche il WHO, e persino gli analisti israeliani, i pochi che conservano la bussola in una società in preda alla follia genocida, si sono espressi alla stessa maniera dei giudici dell'Aja.

Ai tanti che si sentono offesi dal termine, chiederei di cercarne un altro che definisca efficacemente le azioni di squadroni della morte drogati, equipaggiati con le armi più sofisticate, che da quasi 600 giorni sono impegnati nella distruzione violenta e sistematica dello spazio vitale di un popolo di profughi, assassinandone i componenti nelle maniere più crudeli e rendendo inabitabile quel territorio per i decenni a venire.

Comunque vogliate chiamarlo, ho un piccolo esercizio della più banale logica da proporvi.

Se a Gaza va in onda un genocidio. E se il genocidio è cosa assai grave - il più grave tra i crimini che gli uomini possano commettere. E se esiste gente a questo mondo che si oppone a chi lo perpetra, che non tollera l'arroganza burina di chi lo edulcora e lo difende, che desidera porre un argine tra sé e questo Male Assoluto di cui siamo testimoni impotenti ed inorriditi, come dovrebbe essere definito secondo logica e secondo etica, ossia secondo i principi fondanti del pensiero umano?

E ne ha facoltà - intendo di opporsi in ogni maniera possibile e di mostrare in questo modo sentimenti umani? Nel momento in cui questo Male si manifesti tronfio ed impunito e tu ne veda i rappresentanti davanti a te, in carne ed ossa, hai il diritto di volertene ritrarre, come faresti dopo aver toccato un rettile dalle squame affilate, il cui gelo ti penetra nel sangue ed entra in circolo, ghiacciandoti? Certo che sì. Ne hai il diritto, se non il dovere.

Ed è proprio questa la sensazione che si evince guardando l'oramai virale filmato della Trattoria Santa Chiara, ed è la stessa sensazione che si prova ogniqualvolta ci si ritrovi ad interagire con questi squilibrati. Ti senti imbrattato di materiale appiccicoso e fetido, dopo. Devi liberartene al più presto.

Sono più che solidale con la ristoratrice del Santa Chiara. La sua reazione è avvenuta a pranzo ormai terminato, quando l'avventrice dalla voce gracchia e dai modi rozzi si era lanciata in uno spot pro-Israele, facendo girare le balle a parecchi all'interno di quello spazio che si auto-definisce libero dall'apartheid e contro ogni forma di razzismo. Contro soprattutto il genocidio che sta accadendo di fronte a noi, nel mare che confina con il nostro e di cui tanti sono complici ed entusiasti apologeti.

E le frasi pronunciate dall'avventrice non lasciano spazio al dubbio che di questo si tratti. Di gente che fa la bella vita sulla pelle di un popolo che ha condannato all'estinzione, utilizzando la solita, vomitevole paccata di vittimismo per assicurarsi la facoltà di fare tutto quel che gli pare.

Non funziona più così, da oggi in avanti nessuno avrà più diritto ad uno status privilegiato, almeno non per i popoli della terra.

Tanto onore a voi, guagliù.

Ci vediamo presto

VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale