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Libano: Israele bombarda di nuovo Beirut
di Ahmad M. Shakakini
Il regime dell'apartheid israeliano - mentre continua il genocidio contro i palestinesi usando la carestia e la fame come armi e intensificando i bombardamenti letali contro i civili - ha nei giorni scorsi bombardato le capitali di Libano e Siria (compresa la zona del palazzo presidenziale del nuovo regime siriano).
Il regime genocida israeliano non ha rispettato l'accordo di cessate il fuoco in Libano raggiunto a novembre. Non si è ritirato dai territori occupati libanesi come era previsto dall'accordo, ha violato 3000 volte il cessate fuoco durante i 5 mesi di "cessate il fuoco" e la settimana scorsa ha di nuovo bombardato la preferia sud della capitale Beirut. Il diritto alla barbarie è un diritto sacro che gli USA, con presidente democratico o repubblicano, hanno sempre riconosciuto alla loro ultima colonia di coloni occidentali in Asia.
L'attuazione della risoluzione 1701 dell'ONU è soggetta a una nuova interpretazione da parte del regime genocida israeliano, e l'interpretazione ha il sostegno diretto di Trump.
Il piano degli USA e del regime sionista è quello di disarmare Hezbollah e per l'esercito libanese è quello di non cambiarne l'armamento in modo che l'esercito continua a non essere in grado di difendere il Libano. Il piano è quello di consegnare le armi di Hezbollah all'esercito libanese e poi distruggerli completamente.
Gli USA di Trump ed i governi della NATO tacenti e complici delle varie guerre e del genocidio del regime dell'apartheid sionista in Palestina sono disposti solo a soddisfare le esigenze non militari dell'esercito libanese (focacce e dolci) come alternativa ai missili della resistenza che hanno a lungo scoraggiato il nemico sionista: Il periodo tra il 2000 e il 2023 è stato l'unico della storia contemporanea del Libano in cui il Paese ha goduto di una vera sovranità nei confronti di Israele grazie alla forza di deterrenza della resistenza. Dal 2006 al 2023 Israele ch3 bombardava ovunque non osava bombardare il Libano. È stata, infatti, la resistenza libanese ad aprire il conflitto, l'8 ottobre 2023, a sostegno di Gaza.
Pertanto, la questione della consegna delle armi di Hezbollah all'esercito libanese non è sul tavolo: "Non permetteremo a nessuno di disarmarci e chiunque lo chieda sta servendo il nemico e il suo obiettivo è seminare discordia tra la resistenza e l'esercito", ha ultimamente dichiarato il segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem.
La pazienza di Hezbollah - che fino ad ora ha totalmente aderito e rispettato l'accordo di cessate il fuoco - potrebbe non essere infinita.
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