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Sostegno alla Taverna attaccata perché solidale con i palestinesi
di Mario Cosenza
Massima vicinanza alla Taverna Santa Chiara (1) per il mare di diffamazioni e minacce che sta ricevendo da haters senza volto o con volto che sarebbe meglio non dover vedere.
Viva la Palestina libera, disprezzo ai coloni, ai criminali del loro governo e pure a chi la pensa come loro e reclama anche il diritto all'impunità e all'immunità dalla critica e dalle rappresaglie simboliche.
Non c'è costruzione della narrazione vittimistica che possa cancellare la verità, ossia che lo Stato d'Israele pratica apartheid, che in atto c'è un tentativo di genocidio e che molti dei suoi cittadini ne sono complici se non attivi protagonisti.
Basta con questo dannato ricatto per cui essere contro un apartheid e contro il massacro di civili significhi essere antisemiti. Non funziona più, non funzionerà più.
(1)
L'esercizio commerciale di Napoli che ha esposto questo testo, in italiano e in inglese:
"Questo esercizio sî dichiara contro la politica di discriminazione, colonizzazione e segregazione che Israele utilizza nei confronti del popolo palestinese e che viola e i dettami del diritto internazionale e le risoluzioni ONU sui diritti umani.
Oggi, difronte al genocidio che è in atto ad opera del governo Netanyahu, evidenziamo questa posizione in modo chiaro a tutte le persone che frequentano lo spazio.
Inoltre, aderisce alla campagna Spazi Liberi dall’Apartheid israeliana, che promuove la creazione di una rete di strutture libere da ogni forma di discriminazione.
1 luoghi che si dichiarano Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana sono contro l'occupazione militare e l’apartheid israeliane, impegnandosi a non contribuire in alcun modo alle gravi violazioni delle libertà fondamentali del popolo palestinese.
Prendendo ispirazione dalla lotta contro l’apartheid in Sudafrica, la campagna Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana è oggi attiva in diversi paesi, tra cui Belgio, Norvegia, Spagna, Italia.
Vi aderiscono caffè, ristoranti, negozi, centri culturali, librerie, cinema, decine di amministrazioni locali e tante persone singole come Moni Ovadia, Annie Ernaux, Ken Loach."
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