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27 aprile 2025
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La cattura di Mussolini
di Daniele Furlan

27 Aprile 1945, Altra ricorrenza storica: LA CATTURA DI BENITO MUSSOLINI

"La 52a Brigata Garibaldina mi ha catturato oggi venti, 27 aprile sulla piazza di Dongo. II trattamento (poi una parola poco decifrabile, forse "usatomi") durante e dopo la cattura è stato corretto. Mussolini". È l'ultimo scritto del Duce.

Una semplice frase su un pezzo di foglio di protocollo mentre stava probabilmente tremando. Un foglio mostrato subito dopo la guerra poi scomparso per decenni, custodito dai partigiani ed infine ricomparso per essere donato all'archivio dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione (INSMLI) a Milano, dove, ora è conservato, dopo, ovviamente, averne appurato l'autenticità...

La croce al centro appena la guerra non c'era, è solo nastro adesivo scurito dal tempo, due strisce messe sul retro forse perché passando di mano in mano si era strappato... si vede anche il marchio "Binda" degli allora fogli di protocollo.

Ma come avvenne la cattura? Facciamo un passo indietro.

Torniamo a quel 25 APRILE 1945 a MILANO, a quando SANDRO PERTINI, nel pieno della mobilitazione lancia attraverso Radio Milano Liberata il seguente proclama: "ARRENDERSI O PERIRE, solo chi si arrende al Comitato di Liberazione Nazionale e consegna le armi ai patrioti avrà salva la vita. Il Comitato di Liberazione Nazionale e le formazioni armate del Corpo dei Volontari della Libertà non accettano e non accetteranno mai, in armonia con le decisioni dei capi responsabili delle Nazioni Unite, altra forma di resa dei nazifascisti che non sia la RESA INCONDIZIONATA. Che nessuno possa dire che, non sia stato avvertito e non gli sia stata offerta un’estrema ed ultima via di salvezza."

Contemporaneamente e a sua insaputa, nell'arcivescovado di Milano, con la mediazione del Cardinale Schuster, si svolge l'incontro decisivo tra la delegazione fascista con Mussolini presente e una delegazione del CLN (comitato di liberazione nazionale) rappresentata principalmente dal generale Cadorna.

Non presenti, inspiegabilmente, ma forse volutamente, Pertini, Valiani, Longo e tutti gli altri della parte meno moderata del CLN: semplicemente non furono avvisati.

Due le ipotesi sul perché:

"si voleva consegnare il Duce agli alleati e loro lo avrebbero impedito" "Pertini e Valiani avevano già deciso l'uccisione di Mussolini contravvenendo al proclama"

La seconda, smentita subito dagli interessati, la prima dai fatti.

In quell'incontro infatti viene ribadita la proposta annunciata:

richiesta: RESA INCONDIZIONATA,
offerta:GARANZIE PER FASCISTI, NAZISTI E LORO FAMILIARI DI VITA SALVA.

Mentre i tedeschi in un altro luogo separatamente accettano, i fascisti si riservano di dare risposta entro un’ora, cosa che viene loro concessa.

Qui la domanda da farsi è: Pertini, Valiani, Longo sarebbero stati così "accondiscendenti"? Penso di no. Ma torniamo ai fatti.

Subito dopom la delegazione fascista, Duce compreso, lascia l’arcivescovado e si ritira in prefettura. Dopo ore, in serata, mancando ancora quella risposta, I CAPI DELLA RESISTENZA, DANNO L'ORDINE DI ANTICIPARE L'INSURREZIONE GENERALE E METTERE SUBITO IN ATTO IL PIANO E 27 , previsto per il 26, e su cui tutti i comandi di zona erano stati allertati con un telegramma.

Ormai è a tutti chiaro che la "riserva" richiesta da Mussolini non era altro che un prendere tempo per mettere in atto il piano di fuga, sicuramente già studiato da giorni.

MUSSOLINI, CAPENDO DI ESSERE STATO SCONFITTO E REALIZZATO DI NON POTER PIÙ ESERCITARE IL SUO POTERE SUI DEBOLI, SI TOGLIE L'UNIFORME FASCISTA ED INDOSSA QUELLA DI UN SEMPLICE SOLDATO TEDESCO, FREGANDOSENE ALTAMENTE DELLA FAMIGLIA, DEI FIGLI E FUGGE, COME IL PIÙ VILE DEI VILI, insieme ai suoi gerarchi fedelissimi e con la copertura del tenente delle SS Birzer e dei suoi uomini, incaricato da Hitler di scortare Mussolini e i suoi.

LE BRIGATE PARTIGIANE INIZIANO LA SPASMODICA RICERCA DEL FUGGIASCO.

Quello che si sa è che i fuggiaschi quella sera del 25 aprile prendono la direzione Como, ma di loro si perdono le tracce, non se ne sa più nulla. Restano sicuramente nascosti da qualche parte, non si sa dove, in attesa del gruppo di soldati tedeschi che hanno il compito di farli espatriare. Si saprà dopo che in questo frangente vengono raggiunti da Pavolini e la Petacci, l'amante del Duce.

Su questo "buco" di quasi due giorni si sono fatte varie ipotesi compresa l'intenzione di Mussolini di depistare Birzer perché contrario a seguirlo in Germania, ma non c'è nulla di provato..

arriviamo al 27 aprile quando sulla strada della riva occidentale del lago, in direzione nord, i reparti partigiani della 52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici" guidati dal comandante Pier Bellini detto "Pedro", vedono una lunga colonna di camion con a bordo apparentemente tutti tedeschi in ritirata.

Decidono però di bloccarla a Dongo, per un controllo, assicurando ai tedeschi il via libera in cambio della consegna di eventuali fascisti presenti nella colonna

Inizia l'ispezione di ogni singolo camion, e i tedeschi, compreso Birzer, pur di ottenere il diritto di passaggio non esitano ad abbandonare i fascisti nelle mani dei partigiani.

C'è, secondo le testimonianze di partigiani presenti, un goffo tentativo da parte loro di salvare il duce, nascosto sotto una panca del camion num 34: -"lui è tedesco sta dormendo è ubriaco",- Ma Mussolini viene riconosciuto dal partigiano Giuseppe Negri, disarmato e catturato. Stessa sorte per tutti i fascisti presenti, sparsi in altri convogli, tra questi Claretta Petacci.

Mussolini viene separato dagli altri fascisti catturati e trasferito nella piccola caserma della Guardia di Finanza a Germasino.

E' qui che scrive quelle poche righe, su richiesta dei partigiani della 52esima brigata Garibaldi, desiderosi di provare di essere loro gli autori della cattura... sembra che la frase sul trattamento l'abbia aggiunta Mussolini di sua spontanea volontà, forse un disperato tentativo di ammansire i partigiani.

Segue il ricongiungimento con la Petacci, da lei stessa richiesto.

Per evitare che fossero trovati dai fascisti, i due vengono portati a Giulino di Mezzegra in una casa di contadini, dove passano la notte.

Ma la fine di Mussolini è già segnata, decisa all'unanimità appena avuta notizia della fuga.

A cattura avvenuta, il Comitato insurrezionale di Milano decide senza indugio di agire e invia una missione a Como per PROCEDERE ALL'ESECUZIONE DI MUSSOLINI...

Ma questo lo racconterò domani.


per approfondire...

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