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Non chiedetemi perché sono antifascista
di
Rinaldo Battaglia *
Non chiedermi perché sono antifascista. Non chiedermelo perché conosco il costo in sangue della Resistenza. Almeno nei numeri. E sebbene Jean Paul Sartre scriveva convinto che « Il fascismo non è definito dal numero delle sue vittime, ma dal modo con cui le uccide » io conosco a sufficienza quei numeri.
Secondo l’ANPI, supportata da analisi e studi di numerosi storici, i Caduti nella Resistenza italiana (in combattimento o eliminati dopo essere finiti nelle mani dei nazifascisti), sono stati complessivamente almeno 44.700. Poi, altri 21.200 rimasero mutilati o invalidi per tutta la loro restante esistenza.
Non solo: tra partigiani e soldati italiani caddero combattendo almeno 40 mila uomini (10.260 furono i militari della sola Divisione Acqui, Caduti a Cefalonia e Corfù) perché, dopo l’8 settembre 1943, decisero di opporsi al fascismo di Mussolini e al nazismo del Fuhrer.
E poi ci sono gli IMI (Internati Militari Italiani), di cui un numero tra i 40 e i 50 mila morirono nei lager nazisti.
Tra cui un ragazzo di 23 anni, mio zio.
E le donne?
Le donne partigiane che combatterono il nazifascismo furono 35 mila, e 70 mila fecero parte dei Gruppi di difesa della Donna. Come la mitica Wally del mio paese, deceduta a 100 anni di recente.
Ben 4.653 donne furono arrestate e torturate, altre 2.750 vennero deportate in Germania, 2.812 fucilate o impiccate. 1.070 caddero in combattimento e – pensate - ben 19 vennero, nel dopoguerra, decorate di Medaglia d'oro al valor militare.
Durante la Resistenza le vittime civili di rappresaglie nazifasciste furono oltre 10.000. Altrettanti gli ebrei italiani deportati; dei 2000 di loro rastrellati nel ghetto di Roma e deportati in Germania se ne salvarono soltanto 11. Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nella valle tra il Reno e il Setta (tra Marzabotto, Grinzana e Monzuno), i soldati tedeschi massacrarono 7 partigiani e 771 civili e uccisero in quell'area 1.830 persone.
Per quella stragem soltanto nel gennaio del 2007 il Tribunale militare di La Spezia ha condannato all'ergastolo dieci ex SS naziste e indicato gruppi di fascisti italiani collaboratori attivi. Tra questi Lorenzo Mingardi e Giovanni Quadri. Il primo era reggente del Fascio di Marzabotto e Commissario prefettizio di zona nel ‘44 e il secondo il suo braccio destro.
Le più alte autorità di Mussolini in loco. Fascisti doc.
Secondo l’Atlante delle stragi nazifasciste dopo l’8 settembre 1943 sono stati documentati ben 5.894 episodi tra eccidi e stragi con almeno 24.449 uccisi ‘senza armi in pugno’ di cui 816 bambini sotto i 12 anni e altri 758 ragazzi entro i 18 anni.
Non chiedermi perché sono antifascista. Perché conosco i numeri e so che ogni numero è una vita consumata e sacrificata “per farcene vivere una migliore". Come ricorda il monumento sito davanti al cimitero di Crespadoro, nella mia terra.
Non chiedermi perché sono antifascista ma chiediti in base a quali ragioni tu non lo sei. E spiegamelo bene. Molto bene, però.
25 aprile 2025 – Festa della Liberazione dal nazifascismo (così mi hanno detto a scuola, ma io non ci ho mai creduto)
Una foto di qualche anno prima della strage di Marzabotto e Monte Sole, evidenzia suor Antonietta ed alcune sue giovani allieve.
Il 29 settembre 1944 i nazisti guidati da alcuni fascisti di Marzabotto, ammassarono nell’oratorio di Cerpiano, quello dedicato agli Angeli Custodi, una cinquantina di persone, quasi tutte donne coi loro bambini, e le massacrarono con bombe a mano.
Poi, non paghi, il giorno dopo per assicurarsi che non vi fossero sopravvissuti spararono più volte all’interno dell’edificio. Solo due bambine e la loro maestra, la suora orsolina Antonietta Benni, si salvarono: i corpi degli altri martiri fecero loro da scudo.
Se il 25 Aprile non volete onorare queste vite non vi comprendo, ma non vi permetto che io non possa farlo.
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
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