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25 aprile 2025
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25 aprile: il fascismo non è morto
di David Cappellini

Concordo con l'intervento in parlamento del deputato Riccardo Ricciardi(1).

Se il 25 aprile è considerato una data divisiva è perché molti di Fratelli d' Italia lo vivono come una sconfitta e nel migliore dei casi ti dicono che non ha senso essere antifascisti perché il fascismo non esiste più, è una fenomeno di 80 anni fa e che gli antifascisti o sono paranoici o anacronistici.

Ma non è così. Il fascismo è un fenomeno politico e culturale che affonda le sue radici ideologiche e psicologiche tra la fine del IXX° e l'inizio del XX° secolo, ma che dopo la fase del trionfo tra il 1920 ed il 1945 e la sua tragica caduta, non è morto.

Si è nascosto tra le pieghe delle democrazie liberali, in quiescenza, come un virus dormiente ed ogni tanto si è risvegliato, con rigurgiti potenti che hanno minato ed indebolito le democrazie, là dove erano ancora in fase di consolidamento.

È la cultura ideologico-politica del fascismo che non è scomparsa con la fine dei regimi totalitari, è il suo riaffiorare mimetizzato e sotto altro nome , con forme più subdole e insidiose di avvelenamento ideologico, con il continuo tentativo di uscire dall'angolo in cui lo ha relegato la storia, cercando occasioni di legittimazione nelle debolezze della democrazia.

È per questo che non è mai scomparso ed è per questo che una parte di italiani, ma anche di europei, lo ha dimenticato.

E l'amnesia è la peggiore nemica della memoria storica, perché poi chi non dimentica, ma tace, al momento giusto le sfrutta e le riempie di vecchie istanze presentandole come nuove, come se prima non fosse successo niente.

E chi non ricorda, ci casca in pieno.

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(1) "Vorrei parlare con chi ha chiesto di festeggiare il 25 aprile in maniera sobria. Vorrei capire cosa aveva in mente.

Chi ha detto così pensa che domani, quando sarò a Sant'Anna di Stazzema, non ricorderò in maniera sobria persone come Antonio Tucci, un ufficiale di marina a cui è stata trucidata la famiglia dai nazi-fascisti?

Crede che non farò lo stesso quando ricorderò la memoria di Naldo Pegollo, che contribuì a liberare la mia terra? Noi vorremmo vivere in un Paese in cui il 25 aprile non è divisivo, ma lo è perché c’è ancora chi non ha il coraggio di dire: “sono antifascista”.

Il cuore ti si riempie di gioia quando si festeggia la liberazione. Quando si grida “ora e sempre resistenza”. Si vive meglio perché ci si connette a tutta quella storia e quel sacrificio di chi ci ha donato la libertà.

E allora auguri di buon 25 aprile anche a chi lo vive ancora oggi come una sconfitta."


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