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La conquista dell'est è una mattanza
di
Luca Deperi
È diventato impossibile stare dietro alla mattanza degli ultimi due anni perpetrata dal popolo eletto; tra 55.298 e 78.525 i morti ufficiali.
Arrivano a noi, tra mille difficoltà e coperture, solo le stragi più eclatanti: in pochi giorni hanno attaccato e finito (con tanto di proiettili alla nuca) un convoglio di vigili del fuoco e personale medico, raso al suolo il trentraquattresimo ospedale (dando un preavviso per evacuarlo di venti minuti per cui è impossibile dire quanti siano rimasti sotto le macerie) e bruciato vivi i disperati di una tendopoli.
L'espansione dello "spazio vitale" che "la più grande democrazia del medio oriente" porta avanti col compiacimento dei nostri organi mediatici e apparati politici somiglia sempre più alla conquista del west con lo sterminio scientifico del ceppo etnico autoctono, (palesemente tacciato di inferiorità) e guerre portate avanti con i vicini, Messico due secoli or sono, Libano e Siria oggi.
E per fortuna che il castello imperial-finanziario (borsa) scricchiola sicché almeno per il momento la messianica idea di attaccare l'Iran è stata congelata da Trump, consapevole di non poter gestire gli innumerevoli fronti di contatto.
Nell'est europa le cose vanno sempre peggio, l'attacco alla regione russa di Kursk si è rivelato un fallimento totale che ha lasciato sul campo centinaia di mezzi e migliaia di morti (voci sempre più insistenti parlano di molti cadaveri di mercenari provenienti da tutto il mondo oltre ovviamente a quelli degli ucraini più o meno convinti/rapiti) col risultato che oggi non solo il territorio che fu temporaneamente strappato alla Russia si è azzerato ma la stessa confinante regione ucraina di Sumy è diventata un obiettivo strategico per Mosca.
L'idea di fare una parata militare in centro città a pochi km dal tritacarne ha dato i risultati sperati: qualche decina di civili sono stati uccisi da un missile russo, la nostra grancassa mediatica ha potuto finalmente sdegnarsi per le vittime innocenti frutto ineludibile della "diplomazia delle armi" che ha sostituito quella del linguaggio politico, Kiev ha potuto reclamare nuovi rifornimenti e pazienza per le voci ucraine che si sono levate contro l'amministrazione centrale, sono ormai una decina di anni che i disallineati vengono, in qualche modo, rimossi.
Le ripercussioni sull'economia reale di queste guerre sono sotto gli occhi di noi comuni mortali tuttavia in tale contesto la nostra e(u)roina è andata a promettere acquisti corposi di armi e gas dal capo dell'impero del male.
Insomma, per fortuna che ottant'anni fa ci hanno liberato perché altrimenti saremmo a fare lingua in bocca con guerrafondai, genocidi, suprematisti razziali e antidemocratici (con un tedesco a capo delle politiche europee ed una moneta comune).
Buon 25 aprile, se vi riesce....
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