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15 aprile 2025
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Decreto sicurezza legalizza strategia della tensione
di David Cappellini

Ho letto e ascoltato da più parti i commenti relativi al contenuto dell'Art. 31 del decreto sicurezza appena approvato dalla maggioranza e sono rimasto allibito.

Il governo ha praticamente aumentato le funzioni dei Servizi Segreti nei confronti dei gruppi terroristici, dando loro la possibilità di finanziarli, organizzarli, promuoverli e di partecipare tramite questi ad azioni prima proibite come l'omicidio, se ritenute funzionali alla sicurezza dello Stato.

Sono sconcertato, perché hanno in pratica legalizzato la "Strategia della Tensione".

Per chi non lo sapesse, la cosidetta "strategia della tensione" fu una vera e propria teoria atta a stabilire in Italia un governo che escludesse assolutamente la partecipazione del Partito Comunista, tramite l'organizzazione di atti volti a provocare nel paese una svolta autoritaria.

Nel maggio del1965 presso l'Hotel Parco dei Principi di Roma si svolse il convegno organizzato dall'Istituto di Studi Strategici e Militari Alberto Pollio, fondato da De Boccard, in cui i partecipanti, politici, giornalisti, militari ed intellettuali di destra ed estrema destra, sia italiani che internazionali, molti collusi con i servizi segreti, partorirono un vero e proprio manuale in cui codificarono la strategia della tensione, intesa come guerriglia anticomunista.

In realtà venne pianificato un sistema organico di iniziative a cui i vari Rauti, Giannettini, Maceratini, Merlino, Delle Chiaie, Pisano' e tanti altri protagonisti, assurti poi alle cronache per implicazioni più o meno dirette in molte delle cosiddette "stragi di stato", dettero contributi scritti molto dettagliati.

L'organizzazione di gruppi paramilitari sovvenzionata da elementi interni, il ministero degli Interni appunto ed esterni, la Nato, fedeli al rispetto del Patto Atlantico ad ogni costo e pronti a favorire un eventuale sbarco dei marines statunitensi, fu un' opzione dibattuta e che fu poi presente nel golpe Borghese, nelle trame della Rosa dei Venti e nella nascita di Ordine Nuovo.

E non mancarono appoggi importanti dalle logge massoniche deviate e dalla malavita organizzata, usate come finanziatori e come manovalanza incrociata con il terrorismo nero, in tante azioni violente.

La guerriglia contro i comunisti era un'opzione indispensabile con cui le "forze sane" della nazione si adoperavano per impedirne il successo elettorale.

Polizia, carabinieri e corpi dello stato, militari, servizi di sicurezza, ufficiali statunitensi delle basi Nato e elementi propagandistici internazionali come Aginter Presse, legati ai regimi militari di Lisbona ed Atene, dovevano organizzare strutture che, agendo clandestinamente, fossero capaci di minare la stabilità democratica in caso di avanzata delle sinistre.

In altre parole, si organizzò la teoria del terrorismo di Stato, che fu coordinato dal famigerato UAR (Ufficio Affari Riservati) di Federico Umberto D'Amato almeno fino al 1975 e implicato in tante vicende di sangue ancora oscure, non ultima la strage di Bologna.

Oggi gli eredi di quelli che in quel lontano Maggio di 60 anni fa dettero il via ad una delle pagine più oscure e crudeli della nostra storia recente, ci regalano l'Art. 31 del Decreto Sicurezza, riproponendo i temi salienti di quella teoria che ha contribuito a frenare la crescita democratica dell'Italia con una barriera di morti.

E Mattarella lo ha firmato senza colpo ferire...

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