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Strangolato con una corda di pianoforte
di
Rinaldo Battaglia *
All’alba del 9 aprile 1945, quando oramai il destino della guerra era già scritto nel libro della Storia e solo Hitler e Mussolini non se ne erano ancora resi conto, in uno dei peggiori lager nazisti, passato al mondo come ‘la fabbrica della morte’ veniva strangolato un uomo con una corda di pianoforte. Simbolo estremo di disprezzo per chi, da tedesco, aveva dapprima onorato la causa del paese e poi aveva tradito - secondo i fedelissimi del Fuhrer - lo spirito nazista. Colpa immensa, meritevole della massima ferocia nel morire e del massimo odio e scherno.
Quell’uomo, allora di 58 anni era stato un grande ammiraglio e il suo nome - Wilhelm Franz Canaris – dai suoi nemici temuto ma anche molto stimato, per la sua intelligenza ed intraprendenza.
Peraltro era molto legato al nostro paese e più volte , quand’era all’apice del successo nazista, aveva affermato con una punta di orgoglio di avere avuto origine italiane, quando secoli prima i suoi antenati – i Canarisi – vivevano sulle rive del lago di Como.
Fin da giovane a i tempi del Kaiser, nel 1905, si arruolò come cadetto nella Marina Imperiale Tedesca, con incarichi e missioni anche all’estero. Fu in queste occasioni che si fece notare in alto: nel 1911, allora di soli 24 anni, venne mandato a salvare dei tedeschi scappati dalla rivoluzione messicana.
Durante la Grande Guerra, come tenente di vascello fu designato alle ‘informazioni’, a bordo dell'incrociatore ‘Dresden’. Dopo l'autoaffondamento della nave nella ‘Battaglia di Más a Tierra’ (per evitarne la cattura da parte britannica), venne internato in un campo di prigionia in Cile, dal quale evase nell'agosto del 1915 e, dopo una lunga e rocambolesca marcia attraverso le Ande, raggiunse l'Argentina, dove riuscì ad reimbarcarsi per tornare in Germania. Fu subito accolto con molti onori e decorato con la Croce di Ferro.
Non solo: venne scelto per il nascente servizio segreto della Marina, considerato oramai essenziale nel nuovo modo di ‘fare la guerra’. Lavorò come agente in Spagna dall'aprile del 1916, sfuggendo ad un attentato e diventando uno degli uomini più ricercati dall'M I6, il servizio segreto britannico. Nel 1918 tornò in servizio attivo come comandante di U-Boot nel Mediterraneo, dove affondò ben diciotto unità nemiche.
La Guerra fu perduta e anche Canaris, pur continuando la carriera nella Marina e poi nella Reichsmarine, venne travolto dai disordini e dallo spirito di vendetta che caratterizzarono la Germania di Weimar. Fu infatti tra i primi ad aderire ai ‘Freikorps’, un gruppo di irregolari usato dalla nuova Repubblica per risolvere problemi con maniere ‘non regolari’.
Nel 1919, a 32 anni, era molto quotato e venne persino chiamato a far parte della corte marziale che assolse i killer dei giovani rivoluzionari Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg. Allineandosi però alle tesi volute dal potere.
Fu così un continuo crescere di carriera, ottenendo in breve il comando della corazzata ‘Schlesien’ nel 1922, dell'incrociatore scuola ‘Berlin’ nel 1923 e il grado di capitano di vascello nel 1931. In questo periodo sotto i suoi ordini avrà – pensate - anche un certo giovane di nome Reinhard Heydrich.
Fu in questa fase che sviluppò – in modo quasi manageriale e totalmente innovativo - il suo lavoro nei servizi segreti, intensificando i suoi contatti con alti ufficiali, politici ed industriali, nel tentativo di stabilire un nuovo ordine nella politica tedesca. Quella strada lo porterà ad incrociare e sostenere convintamente il Partito nazista, pur senza mai diventarne un membro ufficiale.
Sarà subito ripagato. Quando Hitler decise di sviluppare il servizio d'intelligence militare tedesco, capendone l’importanza nel nuovo ordine mondiale e di cambiare pelle all'Abwehr (era nato nel 1921), a capo, col grado di ammiraglio, scelse proprio Wilhelm Canaris.
Il potere conferitogli dal Fuhrer fu trasversale ed immenso e questo lo portò, talvolta, a forti contrasti con altri rivali. Tra cui ora anche con Reinhard Heydrich, divenuto nel frattempo capo della temutissima SD, il servizio segreto delle SS. Diplomaticamente, facilitati anche dall’amicizia personale e dalla reciproca stima tra i due, alla fine si divisero lo scenario: la SD e la Gestapo si sarebbero occupate della sfera politica, a Canaris e il suo Abwehr lo spionaggio e del controspionaggio militare. Cosa non da poco con la guerra all’orizzonte.
Ma man mano che il suo potere si rafforzava era troppo intelligente per non capire quale sarebbe stato il destino della sua Germania con Hitler saldamente al comando. Il Fuhrer, il suo Fuhrer non era più il salvatore degli ideali della rivincita tedesca o della sua patria umiliata nel 1918, ma la vera ‘causa’ dei problemi del suo paese. Usando la forza dei suoi servizi segreti già nel 1938 iniziò segretamente a lavorare per rovesciare il regime, utilizzando fidatissimi collaboratori: l'organizzazione in gergo venne soprannominata "Orchestra Nera".
L’anno dopo, prima dell’invasione delle Polonia, fu coinvolto attivamente nello studio di due piani per l'assassinio di Hitler. Con la guerra gli fu tutto ancora più chiaro: in Polonia fu personalmente testimone delle atrocità commesse dalle Einsatzgruppen, le ‘squadre della morte’ delle SS. Assistette inoltre all'incendio della sinagoga di Będzin e alla morte di alcune migliaia di ebrei della città, il 9 settembre 1939, durante lo ‘shabbat di sangue’. Fino ad allora non aveva minimamente mai considerato la pericolosità delle politiche razziali ed antisemite del nazismo. Non era il suo compito. Quello era terreno di lavoro dell’amico Heydrich. Come capo dell'Abwehr gli era facile venire a conoscenza dei crimini nazisti nelle terre occupate ad est.
Sconvolto dallo sviluppo dal crescere delle atrocità, riunì attorno a sé ufficiali dell'esercito e funzionari governativi di fede antinazista con il fine dichiarato di eliminare Hitler e trattare una resa onorevole con gli Alleati. L’unica soluzione per salvare la sua Germania e i tedeschi dalla catastrofe. Si dice che della cospirazione inizialmente fosse informato anche Pio XII, amico personale dell’amm. Canaris fin da quando l’allora cardinale Pacelli era nunzio apostolico in Germania, tra il 1917 e il 1929, ed in particolare negli anni di sviluppo dell’ideologia nazista e della figura di Adolf Hitler. Mai però adeguatamente provato.
Il momento decisivo arrivò il 20 luglio 1944. Nell’operazione Valchiria del colonnello della Wehrmacht Claus von Stauffenberg, Canaris era parte attiva. Sappiamo come andò a finire e come finirono i cospiratori. Persino la volpe del deserto, l’eroe Rommel, si dovette suicidare per non essere ucciso. Nel caso dell’ammiraglio Canaris, solo 3 giorni dopo, Walther Friedrich Schellenberg, agente segreto delle S.S. e vicecomandante della Gestapo, coi suoi uomini andarono a bussare alla sua casa in Berlino. Era in attesa del loro arrivo.
Trasferito all'Accademia della Gestapo di Fürstenberg/Havel, tra torture e violenze di ogni tipo, vi rimase recluso fino al 7 febbraio 1945, quando venne deportato a Flossenbürg. Come i peggiori criminali del mondo, venne ammanettato, incatenato alle caviglie 24 ore al giorno e rinchiuso nella cella numero 22. La sera dell’8 aprile, dopo l’ennesima giornata di torture, capì che il suo tempo era arrivato. Battendo sul muro al compagno di prigionia della cella numero 21, lasciò un messaggio che di fatto riassume il suo essere: "Naso rotto durante ultimo interrogatorio. La mia ora è giunta. Non ero un traditore. Ho fatto il mio dovere di tedesco. Se sopravvivi, ricordami a mia moglie".
Quel che aveva fatto, i suoi eroismi, le sue invenzioni ma anche i suoi crimini li aveva eseguiti per il sogno di una Grande Germania, per il suo Paese. Ma non – certo - per un uomo che lo aveva usato – come altri milioni di tedeschi – per i propri pazzi fini personali e per i propri programmi, degni del demonio. E aveva cercato di eliminarlo, ben sapendo i rischi a cui andava incontro.
Wilhelm Franz Canaris resta una figura ambivalente. Simbolo dei servizi segreti nazisti, molto all’avanguardia tanto da esser stato studiato da molti uomini di potere anche negli anni avvenire o ‘ricordato’ in molti film e libri anche di successo. Ken Follett in ‘La cruna dell'ago’ ricorda le azioni di una spia tedesca inviata in Inghilterra da Canaris per scoprire da dove sarebbe partita l’Operazione Overlord nel D-Day. L'ammiraglio Canaris appare inoltre nel film ’La notte dell'aquila’, incentrato sul piano per rapire Winston Churchill e portarlo in Germania, piano voluto da Himmler ma fortemente osteggiato dall’Ammiraglio in quanto troppo rischioso, inutile e controproducente per il prestigio della Germania.
È stato comunque un ‘uomo’, con le sue contraddizioni, ma anche con la capacità di opporsi veramente ad Hitler per il bene del suo Paese. Di certo in colpevole ritardo, ma lo fece. E pagò la sua scelta: strangolato con una corda di pianoforte. Se Valchiria avesse avuto successo, probabilmente la guerra sarebbe finita già nel ‘44 e anche l’agonia del socio di Hitler, il fascismo di casa nostra, meno criminale e velenosa. Sì, anche il fascismo di casa nostra.
Ma coi ‘se’ e coi ‘ma’ non si fa la Storia. E non sempre i mezzi usati giustificano i fini, quando sono contro l’umanità e la dignità umana. I crimini restano sempre crimini.
9 Aprile 2025 - 80 anni dopo - 16 giorni alla Festa della Liberazione dal nazifascismo (così mi hanno detto a scuola, ma io non ci ho mai creduto) -
Liberamente tratto dal mio ‘Il tempo che torna indietro – Prima Parte” - Amazon – 2024
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
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