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Israele: per Corte Suprema diritto internazionale non si applica a Gaza
di
Mauro W. Giannini
Il licenziamento della Procuratrice generale di Israele e la prospettiva che la scelta dei magistrati venga sottoposta al potere politico è servito evidentemente a dare un segnale ai supremi giudici del Paese: la Corte Suprema israeliana ha stabilito infatti che le leggi internazionali di guerra non si applicano al genocidio di Israele a Gaza perché il governo agisce in base a considerazioni di sicurezza.
La corte ha anche respinto all'unanimità una petizione che chiedeva la ripresa degli aiuti umanitari all'enclave assediata.
Alcuni giudici hanno sostenuto che in questo periodo (fino a marzo 2025) Israele ha agito secondo direttive politiche e ciò che hanno definito "considerazioni di sicurezza". La corte ha stabilito che il governo israeliano ha piena autorità di decidere il tipo e la quantità di aiuti consentiti a Gaza, una regola che va contro i diritti umani fondamentali e il diritto internazionale.
Secondo il diritto internazionale, invece, uno stato occupante deve garantire che gli aiuti umanitari raggiungano i civili mentre Israele ha imposto un assedio totale a Gaza per oltre un anno e mezzo, privando la sua popolazione di cibo, acqua e forniture mediche. Questo blocco ha contribuito alla carestia di massa e a condizioni umanitarie catastrofiche.
Nonostante le proteste globali, Israele continua a bloccare le consegne di aiuti essenziali, aumentando la sofferenza di milioni di persone intrappolate sotto bombardamenti incessanti.
Circolava in questi giorni un video in cui un colono, avvocato esperto in diritto internazionale, sosteneva con protervia che il diritto internazionale non si applica a Gaza e sembrava una provocazione ma adesso la Corte suprema lo ha sancito ufficialmente.
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