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Maggioranza degli italiani non vuole il riarmo
di
Paolo Mossetti
Secondo l'ultimo sondaggio Pagnoncelli quasi metà degli elettori PD è favorevole al ReArm (descritto in termini semplicistici) ma la percentuale scende al 28% per cento nella popolazione generale e addirittura al 17% tra indecisi e non votanti.
Gli italiani dalla parte della Russia restano in piccola minoranza, ma i non schierati passano dal 37% al 54% in tre anni.
Non si dovrebbe rispondere a questi numeri ossessionandosi con la "propaganda putinista", che è sotto controllo, chiedendo più censura, ma piuttosto domamdandosi: perché gli italiani non sono persuasi? Ci sono limiti legittimi all'empatia di cui si deve tenere conto?
Perché gli intellettuali che hanno rappresentato la linea più rigida sono stati inadeguati?
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Quanto stralunati o sigillati nella propria bolla bisogna essere, per dire su un palco, come fa Scurati, pur sapendo dell'esistenza di Internet, pur conoscendo la storia degli ultimi 25 anni, o la carta bianca data appena 15 mesi fa da quella stessa bandiera europea a un alleato di ferro in piena fase espansionista-sterminatrice, che:
«Noi non siamo gente che invade Paesi confinanti e rade al suolo le città. Non massacriamo i civili e non deportiamo i bambini e li usiamo come riscatto. Lo abbiamo fatto quando gli italiani, non tutti ma troppi, erano fascisti e alleati con i nazisti. Ma proprio per questo abbiamo smesso di farlo per sempre».
 
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