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14 marzo 2025
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La risposta di Putin alla proposta di tregua
di Marinella Mondaini

Ieri dopo l’incontro fra Vladimir Putin e il presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukašenko, ha avuto luogo la conferenza stampa.

La situazione nella regione di Kursk è pienamente sotto il controllo di fuoco delle Forze Armate russe per questo il comando ucraino sta cercando di far uscire dalla regione di Kursk 2-3 persone alla volta, ma molto presto la situazione per i militanti ucraini peggiorerà ulteriormente. E le perdite per l’Ucraina sono immani: oltre 6500 soldati ucraini.

Ora vengo alla fatidica “risposta” che tutti stavano aspettando. Ho fatto la traduzione letterale di quanto ha dichiarato Putin, che ancora una volta si è rivelato un diplomatico fine, mandandoli a stendere in modo elegante e realistico insieme.

Alla conferenza tutti si aspettavano la domanda sulla risposta della Russia alla proposta di tregua americano-ucraina. E naturalmente il Presidente ha risposto.

Mettendo bene in chiaro che la Russia è in posizione di attacco su tutta la linea del fronte, quindi è in vantaggio netto, Putin ha dichiarato:

“Noi siamo d’accordo con la proposta di porre fine alle ostilità, ma partiamo dal presupposto che la cessazione deve portare ad una pace duratura e deve eliminare le cause primarie di questa crisi. Capiamo che per l’Ucraina sarebbe vantaggioso ottenere una tregua di almeno 30 giorni e noi siamo d’accordo, ma ci sono delle sfumature. Quali? Per primo, cosa facciamo nel territorio della regione di Kursk? Se noi interrompiamo i combattimenti, significa che tutti i soldati ucraini che sono lì bloccati, devono uscire senza combattere? Li dobbiamo lasciar uscire dopo che hanno compiuto atroci crimini di massa contro la popolazione civile russa? Oppure il comando ucraino, darà loro l’ordine di deporre le armi? Cioè di darsi prigionieri?

Ci saranno solo due modi per loro: arrendersi o morire. Qui questa cosa non è chiara. Poi come verranno risolte le altre questioni su tutta la linea di contatto, che sono quasi 2000 km.? E lì i soldati russi stanno attaccando su tutta la linea e si stanno creando le condizioni per circondare e bloccare altri raggruppamenti abbastanza grandi di soldati ucraini.

Dunque, come verrà usata questa tregua durante i 30 giorni?

In Ucraina continuerà la mobilitazione forzata? Continueranno le forniture di armi all’Ucraina? L’Ucraina continuerà ad addestrare i soldati mobilitati? Oppure tutto questo non succederà? Allora sorge una domanda: come sarà risolta la questione del controllo, della verifica? Chi e come ci verrà garantito che tutto questo non avverrà? Come sarà organizzato il controllo? Spero che le persone di buon senso comprendono tutto questo, si tratta di una questione molto seria. Chi darà gli ordini di cessare i combattimenti? E quale sarà il prezzo di questi ordini?

Ma vi immaginate, su una linea di quasi 2000 km. chi e come stabilità chi e come ha infranto gli accordi della tregua? E poi, chi a chi addosserà la colpa? Capite che qui ci sono delle questioni grandi e serie, che vanno affrontate e studiate in modo dettagliato da entrambe le parti, potremmo discuterne anche col presidente Trump. L’idea in sé per sé di terminare il conflitto con mezzi pacifici è giusta e noi la sosteniamo”, ha concluso Putin.

Poi il presidente bielorusso Lukašenko ha esortato a non aspettare “qualcosa di grande” sulla questione ucraina.

Per quanto concerne le altre questioni:

Vladimir Putin e Alexander Lukašenko condannano la natura aggressiva e conflittuale della politica dell'UE nei confronti della Russia e della Bielorussia. Entrambi i presidenti sono pronti a prendere contromisure di natura politica e diplomatica, militare e tecnico-militare in risposta alle azioni della NATO. Il Trattato sulle garanzie di sicurezza tra la Federazione Russa e la Bielorussia è entrato in vigore.

Il rappresentante del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato che Mosca ha trasmesso agli Stati Uniti l’elenco delle condizioni per concludere l’accordo sull’Ucraina.


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