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Lettera aperta al Presidente Mattarella
di
Antonio Greco *
Signor Presidente chi le scrive è colui che comunemente viene definito “l’uomo della strada”.
Uno qualsiasi, insomma.
Devo confessare che quest’uomo ha una debolezza: ama visceralmente la nostra Costituzione.
Sono certo che lei, garante e custode della “Carta Fondamentale”, non possa che apprezzare il grande affetto proveniente da un italiano “qualsiasi”, da una persona disinteressata, che non ha bisogno di giurare come fanno gli uomini delle istituzioni.
Ma lei sa bene che questo è un genere di amore che ha la necessità di essere alimentato, ma soprattutto di essere ricambiato. Esattamente come tra due innamorati.
Se ciò non accade, se l’amore non è reciproco, se uno dei due tradisce, succede inevitabilmente che il disilluso soffra, che non riesca a farsene una ragione del tradimento, dell’abbandono.
Sa Presidente, è esattamente quello che è accaduto al sottoscritto quando lei ha accolto con tutti gli onori ed a nome di
tutti noi italiani il capo di uno stato criminale.
No, non sono io a definirlo tale: da amante del pacifismo e quindi della Costituzione, non mi permetterei di usare un termine così forte se non fosse corredato da una pronuncia autorevole e al di sopra dalle parti.
Ebbene, caro Presidente, quella pronuncia c’è stata e proviene proprio dal massimo organismo di garanzia della pace tra le nazioni. È l’ONU a rilevare che “negli attacchi a Gaza, Israele ha commesso crimini di guerra e il crimine contro l’umanità per lo sterminio con attacchi incessanti e deliberati contro civili, strutture sanitarie, scuole e campi profughi”.
Si, Presidente il “signore” che lei ha ricevuto tributandogli tutti gli onori e manifestandogli tutta la stima del nostro popolo, è venuto dai lei in rappresentanza di quel paese.
Lei ha ricevuto la stessa persona che, firmando una delle tante bombe che ha ucciso anime innocenti, ha scritto: “Credo in te”.
È la stessa persona che durante i bombardamenti ha detto che a Gaza “non ci sono palestinesi innocenti”.
Mi sento tradito Signor Presidente, esattamente come un innamorato abbandonato dalla sua amante senza un motivo apparente.
Continuo comunque ad amare visceralmente la nostra Costituzione per cui con tutto il rispetto le dico solo che lei NON MI RAPPRESENTA.
Perché non sono io ad averla tradita, la Costituzione ovviamente!
* Componente del Comitato Tecnico-Giuridico dell'Osservatorio
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