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12 febbraio 2025
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Amos Gilad: no a rottura tregua e piano di Trump impraticabile
di Franca Rissi

Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha pubblicato un editoriale di Amos Gilad, generale di brigata di riserva ed ex capo del dipartimento di sicurezza politica presso il Ministero della Sicurezza, avvertendo che la ripresa della guerra a Gaza metterebbe in pericolo la vita dei prigionieri israeliani.

Tra le preoccupazioni circa il possibile crollo dell'accordo di cessate il fuoco tra Gaza e Israele, Gilad dubitava che qualcuno avrebbe voluto uno scenario del genere.

Ha sottolineato che Israele ha di fatto abbandonato i prigionieri il 7 ottobre 2023, ribadendo che i negoziati sono l'unica soluzione realistica per garantirne il ritorno.

L'articolo respinge inoltre il piano proposto dal presidente americano Donald Trump come impraticabile, sottolineando che sia l’Egitto che la Giordania considerano la questione palestinese una grave minaccia alla sicurezza nazionale.

Ha sottolineato che la Giordania, descritta come "una zona strategica e di vitale importanza per la sicurezza di Israele", rifiuta categoricamente l'idea di assorbire i palestinesi, in particolare quelli di Gaza.

Dal punto di vista della Giordania, ha spiegato, "questo tipo di piano Trump è percepito come parte di una cospirazione per creare uno stato palestinese alternativo a sue spese, uno scenario che alla fine minaccerebbe la sicurezza di Israele".

Gilad ha affermato che anche l'Egitto è risoluto nel suo rifiuto di accettare palestinesi da Gaza, indipendentemente dagli incentivi finanziari che potrebbero essere offerti, secondo un rapporto.

Allo stesso tempo, Gilad ha sottolineato che il rifiuto della normalizzazione sta guadagnando terreno in Giordania, Egitto e Arabia Saudita. Ha attribuito questo cambiamento al “sostegno entusiasta” al piano Trump da parte del primo ministro israeliano e dei partiti politici israeliani.

L'articolo evidenzia che Trump ha già fatto marcia indietro su alcuni aspetti pratici del suo piano. Ha inoltre avvertito che l'imminente incontro d'emergenza degli stati arabi alla fine di questo mese, appena prima del Ramadan, dovrebbe essere visto con preoccupazione, poiché questo periodo tende a fomentare sentimenti anti-israeliani.

In un'altra nota, Gilad ha sottolineato la "necessità di garantire accordi sul fronte settentrionale" e ha riconosciuto che Hezbollah non è stato completamente sconfitto, nonostante abbia subito "duri colpi". Ha aggiunto che è essenziale coordinarsi con gli Stati Uniti e allo stesso tempo prepararsi per potenziali sfide provenienti dalla Siria.

Gilad ha definito l'Iran "la principale minaccia per Israele e per l'intero Medio Oriente", affermando che questo pericolo si è intensificato "ora che l'Iran è diventato uno stato nucleare e ha stabilito un 'anello di fuoco' attorno a Israele".

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