 |
CPI: cacciatori di mostri
di
Francesco P. Esposito *
- La Corte Penale Internazionale insegue i demoni in doppiopetto.
Nell'ombra della giustizia internazionale si cela una verità inquietante, un labirinto di potere e negazione che fa rabbrividire...
Immaginate una Corte, nata per essere il faro della giustizia globale, che si trova intrappolata in un gioco perverso di potere.
Da un lato, le sue aule risuonano delle grida silenziate delle vittime - bambini soldato strappati dall'innocenza, corpi torturati nelle celle segrete della CIA, vite frantumate dalla brutalità della guerra.
Dall'altro, le più grandi potenze mondiali - Stati Uniti, Russia, Israele e persino la nostra Italia - danzano un valzer macabro di rifiuto e opposizione.
Ma il vero orrore si nasconde nei dettagli: il 90% dei prigionieri afghani, trascinati nell'abisso delle prigioni segrete gestite dagli statunitensi, erano innocenti.
Le loro urla echeggiano ancora nei corridoi della giustizia negata, mentre Washington volta le spalle, e Roma... Roma sussurra parole di sostegno ma si muove nell'ombra del caso Al Masri.
La Corte Penale Internazionale rimane lì, come un monumento alla nostra coscienza collettiva, condannando stupratori e criminali di guerra, mentre l'opinione pubblica la guarda con occhi velati dal pregiudizio, ignara del sangue che scorre sotto il pavimento della storia.
La verità, a volte, è più terrificante della finzione.
* * Criminologo forense, Componente del Comitato tecnico-giuridico dell'Osservatorio
VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA
 
Dossier
diritti
|
|