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09 febbraio 2025
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Libano: Israele male assoluto
di Tamara Gallera

"Israele è un male assoluto", ha dichiarato il presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, durante un incontro con l'inviato americano Morgan Ortagus, sottolineando che la sua continua occupazione dei territori libanesi deve essere contrastata e affrontata.

Berri ha anche lodato il ruolo e lo spiegamento dell'esercito libanese nelle terre del Libano meridionale, come parte dell'accordo di cessate il fuoco.

Durante l'incontro, Berri ha ricordato a Ortagus il ruolo dell'amministrazione USA nel costringere Israele ad attuare pienamente l'accordo di cessate il fuoco, dato che fa parte del comitato che ne controlla l'attuazione. Ha inoltre sottolineato la necessità che il regime israeliano attui la Risoluzione 1701, in particolare il completo ritiro delle forze di occupazione israeliane dalle terre libanesi.

Berri ha ricevuto Ortagus e la sua delegazione presso la sede della Seconda Presidenza, alla presenza dell'ambasciatrice degli Stati Uniti in Libano, Lisa Johnson. L’incontro ha affrontato la situazione generale in Libano, in particolare gli sviluppi nel sud, alla luce delle continue violazioni da parte dell’occupazione israeliana della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite e dell’accordo di cessate il fuoco.

Inoltre, il funzionario libanese ha discusso della situazione generale del paese, in particolare del sud, durante il suo incontro con l'ambasciatore francese in Libano, Hervé Magro, e il generale francese Guillaume Bonchamp, vice capo del Comitato di monitoraggio del cessate il fuoco.

Tensioni sono esplose in Libano venerdì dopo che Morgan Ortagus, la vice inviata speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, ha fatto osservazioni provocatorie contro Hezbollah, sostenendo che Israele aveva "sconfitto" il movimento di Resistenza e insistendo affinché fosse escluso dal prossimo governo del paese.

Le sue dichiarazioni, pronunciate dal palazzo presidenziale libanese dopo l'incontro con il presidente Joseph Aoun, hanno scatenato proteste pubbliche e una diffusa condanna politica per interferenza nelle questioni interne del Libano.

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