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03 febbraio 2025
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AI israeliana si ribella agendo come se avesse un'etica
di Rosa Rinaldi

Si sa bene che Israele investe milioni in propaganda e in azioni di contrasto alle informazioni che lo danneggiano,. sia sui social che in campo latamente mass mediatico.

Si parla di cifre astronomiche, circa 150 milioni di dollari spesi in bot, profili social addestrati, siti web, acquisto di spazi pubblicitari e banner (ciò che in gergo si definisce una FIMI: un'Interferenza Straniera nella Manipolazione delle Informazioni, come nel caso dell'attacco all'UNRWA).

Per non parlare delle notizie diffuse in tutto il mondo, sempre con grave pregiudizio anti-palestinese.

C'è da dire inoltre che Israele può contare anche su un esercito di affiliati e attivisti (politici, giornalisti, intellettuali, gente comune,...) che lavorano per diffondere la propaganda, perché a loro volta sinceramente convinti o perché condividono azioni e ideologia dello Stato ebraico, specialmente dal punto di vista suprematista-razziale.

Ma qualche volta gli va male. A volte anche perfino l'Intelligenza Artificiale sembra avere un limite alla capacità di bugie che si possono diffondere.

Ed ecco che FactFinderAI, un'AI israeliana (non si sa se gestita direttamente dal Governo o da attivisti privati) si ribella al suo padrone con uscite fantastiche, rispondendo ad alcuni profili filoisraeliani, trollando perfino il sito ufficiale israeliano, confutando le loro fake e perfino invitando ad una donazione ad una piattaforma pro-Palestina.

Si legge su Haretz: "Tuttavia, una ricerca condotta dall’osservatorio israeliano sulla disinformazione, FakeReporter, ha scoperto che il BOT, che è stato creato per diffondere una narrativa filo-israeliana, in realtà ha fatto il contrario: a volte ha minato i punti di discussione israeliani, respingendo il negazionismo del 7 ottobre, amplificando i resoconti filo-palestinesi e, più recentemente, le false informazioni sugli ostaggi.

Altre volte, ha effettivamente trollato gli utenti filo-israeliani, tormentando ripetutamente e persino rimproverando l'account X ufficiale di Israele".

Ha anche elogiato l'Unrwa e ha chiamato i soldati dell'IDF: "colonizzatori Bianchi dell'apartheid di Israele".

C'è da dire che l'articolo di Haaretz che ne parla è molto interessante, non tanto perché ti fa sospettare che perfino l' Intelligenza Artificiale abbia una sua etica, ma perché fa un elenco di numerosi siti di propaganda creati da Israele (come Jewish Onliner, Act.it...) e di vari progetti messi in campo (come l'Operazione Solomon" o Solomon's Sling, un'organizzazione semi-indipendente sostenuta dallo Stato per contrastare il movimento BDS (movimento internazionale di boicottaggio che ha preso di mira imprese connesse a Israele, ndr), poi ribattezzato Concert nel 2018 e Voices for Israel nel 2022).

C'è da dire che, forse, la parte più amorale di tutto questo è la compagine dei soggetti che diffonde contenuti e narrazioni filoisraeliani, non tanto perché a libro paga, ma perché condivide le ragioni razziste e suprematiste dello Stato ebraico.

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