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30 gennaio 2025
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Un anno in Germania ai tempi della guerra a Gaza
di Paolo Mossetti

Un terrificante anno di cultura in Germania, paese la cui ragione di Stato fa sì che qualunque forma di solidarietà ai palestinesi sia considerata, da istituzioni e grandi media, antisemitismo.

Un terrificante viaggio di Thomas Meaney in una nazione che dovrebbe essere boicottata, per NewLeft.

Alcuni highlights:

22 gennaio: L'autore assiste a una veglia per Gaza a Neukölln, Berlino. Foto di bambini, candele e pochi partecipanti sono circondati dalla polizia, trattati come minacce.

17 febbraio: Alla Conferenza di Sicurezza di Monaco, Israele avverte che non finire la guerra a Gaza porterebbe instabilità in Europa. Hillary Clinton denigra i manifestanti e li accusa addirittura di aver saputo in anticipo dei piani di Hamas per il 7 ottobre.

26 febbraio: Un documentario critico verso Israele vince alla Berlinale. Il discorso del regista è definito antisemita dalla stampa tedesca, e il governo di centrosinistra di Berlino si dissocia.

16 aprile: Un congresso palestinese a Berlino, pacifico, viene interrotto dalla polizia. Seguono arresti e divieti di ingresso in Germania per gli studiosi Ghassan Abu Sitta e Yanis Varoufakis. La stampa di centrosinistra europea non apre bocca.

5 maggio: I liberali di FDP e la CDU chiedono il monitoraggio da parte della polizia delle università. Bild pubblica foto dei professori "che sostengono la folla che odia gli ebrei", ovvero studenti che protestano contro la guerra a Gaza.

3 giugno: L'autrice Herta Müller, intervistata come esperta di totalitarismo comunista, sostiene che le immagini da Gaza siano manipolate da Hamas, sollevando dubbi sull'impatto delle narrazioni visuali nel conflitto.

11 giugno: Il Bundestag approva la risoluzione non vincolante "Mai più è adesso", che equipara sostanzialmente qualsiasi critica radicale di Israele all'antisemitismo. È approvata con i voti di tutti i partiti – CDU, SPD, FDP, Verdi, AfD – ad eccezione di Die Linke, che si astiene, e dell'alleanza di Sahra Wagenknecht, che vota contro.

27 giugno: Una nuova legge tedesca sull'immigrazione usa le accuse di antisemitismo per filtrare i migranti indesiderati.

2 luglio: Un professore di Berlino condivide un manifesto contro l'antisemitismo, firmato da numerosi colleghi, plagiando diverse parti da un autore di estrema destra.

30 settembre: La polizia tedesca conduce raid in diverse città per presunti crimini di antisemitismo, senza risultati concreti.

23 ottobre: Un editore tedesco di sinistra rifiuta di collaborare con la casa statunitense Verso per il suo supporto alla Palestina.

4 novembre: Judith Butler viene accusata di antisemitismo da un noto quotidiano tedesco.

22 novembre: L'artista Nan Goldin critica la censura in Germania durante una mostra. La politica tedesca la condanna.

18 dicembre: Una corte respinge un tentativo simbolico, da parte di un parente di civili uccisi a Gaza, di fermare i trasferimenti di armi a Israele. Questi ultimi sono giustificati dalla sentenza citando la risoluzione "Mai più è adesso".

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