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Israele dovrà cedere a pressioni per finire la guerra, dicono esperti
di
Marilina Mazzaferro
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato domenica il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver revocato il divieto di fornitura di bombe richiesto da Israele: "Grazie per aver mantenuto la promessa di dare a Israele gli strumenti di cui ha bisogno per difendersi, affrontare i nostri nemici comuni e garantire un futuro di pace e prosperità", ha scritto su X.
Ma scrittori, analisti politici, specialisti e professori universitari ritengono che la pressione statunitense svolga un ruolo fondamentale nel portare avanti l'accordo e raggiungere la seconda fase dell'accordo, che affronterà questioni più delicate come il disarmo e la gestione della Striscia di Gaza, e potrebbe incontrare ostacoli importanti a causa delle rigide condizioni israeliane e dei disaccordi all'interno della coalizione di governo.
Netanyahu affronta gravi sfide interne poiché il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir si è ritirato dal governo per il suo rifiuto dell'accordo, mentre il ministro delle finanze Bezalel Smotrich minaccia di ritirarsi se le sue richieste riguardanti la Cisgiordania non saranno soddisfatte.
Questi disaccordi potrebbero portare alla disintegrazione della coalizione di governo, soprattutto con la crescente pressione interna ed esterna su Netanyahu, che sta cercando con tutte le sue forze di tenere unito il suo governo attraverso manovre politiche e nuove promesse.
Tuttavia nessun governo israeliano, indipendentemente dai suoi orientamenti, può contraddire il desiderio USA di fermare la guerra. E' il parere dell'esperto Awni Al-Mashni perché, come spiega il professor Aql Salah, Le pressioni militari, economiche e politiche israeliane rendono difficile per Netanyahu interrompere l'attuazione dell'accordo.
Per Abdul Majeed Suwailem Netanyahu ha perso il suo sostegno popolare e politico e la sua coalizione di governo non sarà in grado di resistere a lungo e potrebbe crollare entro il prossimo marzo e Saad Nimr sostiene che Netanyahu sta vivendo "tempo preso in prestito" e sta cercando di mantenere Smotrich al governo, ma l'opposizione non gli darà una rete di sicurezza dopo la fine dell'accordo.
Nonostante i progressi della prima fase dell'accordo in corso tra Israele e Hamas, per quanto riguarda il rilascio dei prigionieri e il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, permangono delle sfide nel raggiungimento delle fasi finali dell'accordo, soprattutto alla luce delle divergenze interne alla coalizione di governo israeliana e della crescente pressione internazionale sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
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