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GB: giuristi chiedono inchiesta su abusi della polizia verso manifestanti
di
Marilina Mazzaferro
Decine di importanti giuristi britannici hanno chiesto martedì un'inchiesta indipendente sulla gestione da parte della Polizia Metropolitana di una protesta pro-Palestina tenutasi a Londra nel fine settimana.
Gli avvocati hanno anche chiesto che le accuse contro Ben Jamal, direttore della Palestine Solidarity Campaign (PSC), e altri arrestati durante la manifestazione vengano ritirate.
In una lettera al ministro dell'Interno Yvette Cooper, hanno descritto la sorveglianza della protesta come "un assalto sproporzionato, ingiustificato e pericoloso al diritto di riunione e protesta".
Hanno esortato il governo a prendere provvedimenti, avvertendo che "la deriva della legge e della sorveglianza britannica rappresenta una minaccia fondamentale al diritto di protesta".
La protesta di sabato, organizzata dalla Palestine Solidarity Campaign, faceva parte di un movimento più ampio che chiedeva la fine delle azioni militari di Israele a Gaza.
Tuttavia, i dimostranti hanno dovuto affrontare pesanti restrizioni, con la polizia che avrebbe impedito loro di riunirsi vicino alla sede della BBC o di marciare verso di essa.
Gli studiosi del diritto sostengono che la polizia non ha offerto alcuna giustificazione convincente per le restrizioni, nonostante il record annuale di dimostrazioni pacifiche del PSC.
Sostengono che le azioni della polizia fossero motivate politicamente, volte a limitare l'efficacia della protesta e a proteggere le istituzioni statali dalle critiche.
La lettera afferma che le prove video contraddicono le giustificazioni della polizia per gli arresti, sollevando preoccupazioni sull'abuso dei poteri della polizia.
Evidenzia inoltre preoccupazioni più ampie sull'erosione dei diritti di protesta nel Regno Unito, citando recenti cambiamenti legislativi che hanno reso più facile per le autorità limitare le dimostrazioni.
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