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Narrativa sionista sbugiardata
di
Rossella Ahmad
Il mio osservatorio è privilegiato. Una videochiamata in diretta dai festeggiamenti, attraverso cui un papà provato ma fiero fa sapere che già da domani tornerà al nord, a Beit Hanun. A casa. Che è uno spazio vuoto, in realtà. Lo attende ciò che attende tutti i palestinesi di Gaza, mucchi di macerie da scavare con attenzione e cura, aiutandosi con cucchiai di fortuna come hanno fatto finora: nessuna squadra di soccorso è mai giunta a dare sollievo ai superstiti che, a mani nude, da soli, hanno salvato il salvabile e recuperato ciò che fosse possibile. Sotto le macerie, vi sono ancora quantità di cadaveri - intere famiglie che entrano nella percentuale delle vittime non conteggiate di cui parlava il New York Times, a cui dovrà essere data degna e civile sepoltura. Solo dopo cominceranno ad essere poste le fondamenta per la ricostruzione delle case sventrate dall'assalto degli Unni.
E qui la frase letta oggi ci sta tutta: Gaza ha dimostrato di non aver bisogno del mondo. È il mondo invece ad aver bisogno di Gaza, simbolo imperituro di coraggio e forza di volontà che riesce a superare ogni male.
A proposito di male: qualcuno ha notizie della bef..., scusate: della colona psicopatica Daniella Weiss che sognava la villetta a Gaza vista mare edificata su una catasta di morti? E lei, ha ancora esternato il suo rosicamento di fronte alla certezza che i prefabbricati del Sinai non saranno occupati dai palestinesi di Gaza? Resto in attesa di notizie dal reparto psichiatrico insediatosi in Palestina, ancora silente riguardo gli sviluppi negativi dei suoi progetti, per adesso abortiti.
In alternativa, volendo tastare il polso almeno ai sionisti nostrani, ho fatto un rapido giro nel disagio. Le vibrazioni negative che ne emanano hanno la forma di cristalli di ghiaccio inseriti direttamente nel circolo venoso, sicché li leggi e senti freddo. Come se parte del loro gelo, per osmosi, ti penetrasse all'interno ghiacciandoti. Una domanda sorge spontanea: volevano o no il rilascio dei loro ostaggi, su cui hanno costruito una narrativa infinita? A me pare di no, a giudicare da ciò che leggo e che vedo.
Forse si trattava solo di una scusa.
Forse la prospettiva della "soluzione finale" e dei due milioni di morti palestinesi gli era entrata nella testa e credevano davvero nella possibilità di finirli tutti, come auspicava Nikki Haley, e rifarsi una verginità partendo da Ground Zero.
Senonché hanno fatto i conti senza l'oste, come sempre. Nelle parole del dottor Mustafa Barghouti, che è persona seria e ponderata: le perdite economiche dello stato sionista ammontano a 80 miliardi di dollari. Un'immensità, per una entità che sopravvive grazie ai denari degli ignari contribuenti americani. Un milione di ormai ex israeliani, lungimiranti possessori di doppio passaporto, inoltre ha preso la strada di ritorno verso casa, che non è la Palestina. L'immigrazione colonica nei territori occupati - che è un reato molto grave, assimilabile al crimine di guerra - si è fermata dopo anni di furto impunito di case e terre di nativi.
Il sionismo è virtualmente finito, andate in pace.
Nei commenti, il rilascio dei primi ostaggi israeliani
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