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Procuratore Khan: restano in piedi mie accuse, Israele non ha indagato
di
Tamara Gallera
Il procuratore della Corte penale internazionale (CPI) Karim Khan ha difeso la sua decisione di accusare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di crimini di guerra, affermando che Israele non ha fatto "alcun vero sforzo" per indagare su queste affermazioni.
In un'intervista per Reuters, Khan ha sostenuto i mandati di arresto emessi per Netanyahu, l'ex capo della sicurezza israeliana Yoav Gallant e il leader di Hamas Ibrahim al-Masri lo scorso novembre, nonostante l'opposizione del Congresso degli Stati Uniti alla CPI.
Gli Stati Uniti, alleato chiave di Israele, hanno respinto la giurisdizione della CPI e hanno criticato i mandati di arresto.
Ha sottolineato che Israele non è riuscito a soddisfare gli standard legali stabiliti per indagare sulle accuse di crimini di guerra a Gaza. Ha osservato: "Non abbiamo visto alcun vero sforzo da parte dello Stato di Israele per adottare misure che soddisfino la giurisprudenza consolidata".
Khan ha anche espresso la speranza che Israele alla fine dimostri la sua volontà di indagare. La CPI è vista infatti come una corte di ultima istanza, che interviene quando le corti nazionali non riescono ad agire.
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