A Trump il merito dell'accordo su Gaza secondo media israeliani
di Clara Statello

In base a quanto riportano il Times of Israel e The Economist, l'accordo per il cessate il fuoco è stato un grosso risultato di Trump.

La testata israeliana scrive che, nonostante i mesi e mesi di trattative condotte da Blinken in persona, è stato l'inviato non ancora inseidato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, a "portare a una svolta nei negoziati sugli ostaggi".

Per ottenere l'obiettivo di concludere l'accordo prima del 20 gennaio, Witkoff, un magnate immobiliare di New York, è volato prima a Doha e sabato 11 gennaio in Israele per parlare con Netanyahu.

A questo proposito L'Economist scrive che quanto Witkoff è arrivato in Israele "ha bruscamente informato gli israeliani che non avrebbe aspettato la fine dello Shabbat per incontrare il signor Netanyahu".

Natanyahu la tregua sarà costretto a farla, non potrà mancare l'impegno preso con Trump. La destra estremista minaccia dimissioni, ma si stanno muovendo molte cose per raggiungere un accordo interno.

Netanyahu non è un ex comico, non è il capo di una nazione fallita, è il capo di una potenza atomica. Eppure non ha la possibilità di dire di no a Trump.

Zelensky rispetto a lui, non è nessuno. Se e quando gli Stati Uniti e la Russia raggiungeranno un accordo per lo stop dei combattimenti, che sia un armistizio, un cessate il fuoco o un accordo di pace, dovrà firmarlo.

Ammesso che il Cremlino accetti di trattare con lui (ne dubito), costringendo Washington a trovare un altre "referente" per i colloqui.

La guerra in Ucraina gli Stati Uniti l'hanno bella e vinta, adesso l'interesse è chiuderla per spostare la contesa con la Russia sull'artico.

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