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Politica con la maiuscola
di
Guglielmo Mengora
Noi siamo abituati ai nostri buffoni, persone più o meno collegate ad interessi economici che devono legittimare scelte già prese dove contano i soldi e che di per sé sono ridicoli.
A volte, per risparmiarci e risparmiarsi il fastidio, sono direttamente quelli con i soldi che si prendono la briga di spiegare perché si deve fare così. Abbiamo una politica fatta di persone che non decidono nulla ma interpretano, bene o male, le istruzioni che vengono date loro.
Nel mondo, però, anche se non da noi ci sono invece persone che la Politica, quella fatta insieme dall'empatia, dalla visione, dalla determinazione e dal sacrificio, la interpretano davvero.
La guerra in Palestina e Libano ci ha privati di due persone la cui intelligenza e dedizione era riconosciuta persino dai loro nemici. Entrambi potevano avere persino il lusso ed entrambi hanno dato la vita - insieme con centinaia di migliaia di palestinesi e libanesi - per la loro causa. E sono giustamente diventati leggende.
Quando lo hanno ucciso, Yahya Sinwar ed il suo gruppo di militanti che hanno attacco gli israeliani a Gaza non mangiavano da tre giorni, come confermato dall'autopsia in Israele.
Di Sinwar si diceva che era fuggito, che rubava gli aiuti umanitari per distribuirli ai suoi familiari e a lui stesso e che faceva la vita del signore mentre i suoi connazionali vivevano sotto le bombe e morivano di fame. Sinwar invece era Gaza, attaccava gli israeliani personalmente e non mangiava - appunto - da tre giorni e questo non gli ha impedito di attaccare la truppaglia sionista che aveva così tanto paura di lui che ha dovuto distruggere tutto il palazzo in cui era per ucciderlo, per paura di avvicinarsi.
Di Sayeed Nasrallah si è detto tanto. Per un anno Israele gli ha offerto ogni tipo di accordo: soldi, aiuti, armi, legittimazione politica. Doveva solo interrompere gli attacchi contro l'entità sionista. Per ucciderlo è stato necessario uno dei crimini di guerra più giganteschi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, l'uso di una delle bombe più potenti esistenti al mondo ed è stato necessario uccidere oltre 400 civili innocenti in modo da poter arrivare a lui.
Ma perché i palestinesi di Gaza non si sono arresi? Perché si sono fatti massacrare, non hanno accettato di essere trasferiti altrove come per mesi hanno proposto gli occidentali. Perché i palestinesi hanno combattuto, letteralmente, contro tutto il mondo ed hanno vinto?
Agli occhi degli occidentali questa gente che vive nelle tende, senza cibo e per noi senza futuro, è solo una manica di straccioni che non sanno dove andare. Sono lì, potrebbero essere altrove, sono solo un altro problema che ogni tanto ritorna.
Invece i palestinesi conoscono la Politica e conoscono la Storia. Meglio di noi. Il dato della guerra in Palestina terminata - per adesso - oggi è uno solo: non uno, nessuno, neanche UNO dei detenuti israeliani è stato recuperato da Israele grazie all'aiuto di un palestinese. Di molti Israele non conosce nemmeno i nomi ed attende di saperli quando le fazioni invieranno la lista. Nessun detenuto israeliano è stato recuperato con la forza, nessun detenuto israeliano - nemmeno i nomi - sono stati recuperati con l'aiuto dei palestinesi nonostante 15 mesi di genocidio.
Dopo diversi mesi di guerra Ahed Tamimi, la ragazzina (non più ragazzina ormai) bionda che entra ed esce dalle carceri israeliane aveva dichiarato: "non ci serve la vostra compassione, ci servono compagni di lotta".
I palestinesi capiscono la Storia e la Politica, mentre noi facciamo avanspettacolo. Nessun popolo si è mai liberato grazie alla clemenza o alla moralità del suo oppressore.
Ci sono due citazioni importanti che riassumono tutto e che spiegano 15 mesi di genocidio che i palestinesi hanno sopportato senza aiuti:
"Per un popolo colonizzato, il valore più essenziale - perché il più concreto - è prima e principalmente la terra" - Frantz Fanon
E un'altra che spiega perché i palestinesi non si sono arresi e che, nonostante il genocidio, questa gente conosca la Storia e la Politica:
"Nel breve periodo di qualche mese, e io prevedo che non sarà più di un anno, costringeremo l'occupante ad avere solo due opzioni.
O lo costringeremo a piegarsi alle leggi internazionali e rispettare le risoluzioni internazionali, ritirarsi dalla Cisgiordania e da Gerusalemme e smantellare gli insediamenti, rilasciare i prigionieri politici e accettare il ritorno dei rifugiati; o noi ed il resto del mondo lo costringeremo a fare queste cose e otterremo la nascita di uno stato palestinese nei confini del 1967, inclusa Gerusalemme.
Oppure, lo costringeremo in uno stato di contraddizione e di collisione con l'intera Comunità Internazionale e lo isoleremo così tanto da cancellare la sua integrazione nella regione e nel mondo intero. E ne causeremo il collasso su tutti i fronti gestiti dalla Resistenza attivati negli ultimi anni."
Era proprio Yahya Sinwar a fare questa previsione pochi mesi prima del 7 Ottobre. Come è finita?
Israele ha perso tutte le guerre che ha combattuto su ogni fronte ed è riuscita ad ottenere dei successi solo in Siria, cioè solo dove non ha combattuto.
Il suo governo è inseguito da mandati di cattura internazionale per genocidio, i suoi soldati vengono arrestati nei paesi stranieri a causa dei loro crimini di guerra, l'intera pubblica opinione - persino quella occidentale nonostante le campagne dei media mainstream - si è schierato dalla parte dei palestinesi.
Le aziende occidentali hanno chiuso in Israele progetti per decine di miliardi di dollari, molte sono fallite, alcune hanno abbandonato Israele per non fallire. Il porto di Eliat e chiuso ed in bancarotta, il Mar Rosso è chiuso alle navi che vanno verso Israele e tutta la forza della NATO non è riuscito a riaprirlo.
Il Nord è spopolato, decine di migliaia di soldati israeliani sono in terapia per PTSD, l'economia israeliana ha sostenuto come costi solo diretti circa 66 miliardi di dollari, anche 3-4 milioni di israeliani (quasi il 40% della popolazione) ogni giorno o al massimo ogni due giorni devono svegliarsi nel cuore della notte e correre nei rifugi. Senza contare ovviamente migliaia di soldati israeliani morti e decine di migliaia di feriti.
Solo ieri i media israeliani parlavano della guerra a Gaza come del loro Vietnam e dell'accordo appena siglato come di una resa.
Israele aveva due obbiettivi dichiarati per la sua guerra:
* il disarmo delle fazioni palestinesi di Gaza;
* il recupero con la forza degli israeliani detenuti.
Nessuno dei due obbiettivi è stato raggiunto.
I palestinesi hanno pagato un prezzo durissimo e spietato, quello del genocidio. C'è un proverbio curdo che dice: "Non abbiamo amici eccetto che le montagne".
I palestinesi sapevano di non avere amici se non le montagne e di doversi liberare da soli e questo hanno fatto.
Quando fra qualche giorno Gaza riaprirà al mondo, Israele, in posizione già insostenibile, si ritroverà ad essere responsabile di crimini indicibili che non si vedevano dalla II Guerra Mondiale.
E' l'unica arma che avevano i palestinesi e tutti, inclusi Sinwar e Nasrallah, hanno pagato con la loro vita l'ostinazione con cui vogliono la loro terra.
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