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CPI: Procuratore Khan si oppone a eccezioni di Israele
di
Gabriella Mira Marq
Il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha esortato i giudici a respingere le obiezioni israeliane all'indagine in corso sulla guerra di 13 mesi a Gaza.
Lunedì Khan ha presentato la sua risposta formale all'appello israeliano in merito alla giurisdizione della corte, in seguito all'emissione di mandati di arresto l'anno scorso per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Sicurezza, accusandoli di crimini contro l'umanità correlati alla guerra israeliana.
Netanyahu, che in Israele sta affrontando anche accuse di corruzione, ha definito il mandato di arresto come "un giorno nero nella storia delle nazioni" e ha promesso di contestare le accuse.
Mentre gli individui non possono contestare direttamente un mandato di arresto, Israele può opporsi all'intera indagine. Nella sua denuncia di dicembre, Tel Aviv ha sostenuto che dovrebbe essere autorizzata a indagare internamente sulle accuse contro i suoi leader, affermando che continuare l'indagine violerebbe la sua sovranità.
La CPI, istituita nel 2002, è la corte permanente creata per perseguire gli individui responsabili di crimini di guerra, crimini contro l'umanità, genocidio e aggressione. I 125 stati membri della corte includono Palestina, Ucraina, Canada e Unione Europea, ma diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Russia e Cina, oltre a "Israele", non accettano la sua giurisdizione.
Nella sua risposta di 55 pagine, Khan ha sottolineato che lo Statuto di Roma, che ha istituito la CPI, conferisce alla corte l'autorità di perseguire i crimini commessi nei territori degli stati membri, indipendentemente dalla provenienza degli autori.
Pertanto, sembra essere il ragionamento, il fatto che Israele non sia paese membro dello Statuto non rileva in quanto la Palestina lo è.
Una decisione dei giudici è prevista nei prossimi mesi.
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