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Hollywood che brucia fa più scalpore dei bimbi di Gaza bruciati vivi
di
Giuseppe Salamone
Mentre il presidente degli Stati Uniti d'America parlava di scatenare inferni in Medio Oriente, dove l'inferno c'è da decenni e il demonio in persona imperversa ormai in prima persona da oltre 14 mesi, Hollywood, l'icona della propaganda a stelle e strisce veniva raggiunta dalle fiamme.
I media definiscono tutto ciò un inferno che divora le super ville delle star che ricevono solidarietà quasi unanime dalla grancassa mediatica.
Un fermo-immagine è l'icona del momento: il posto per eccellenza dove sono stati costruiti pensieri distorti di centinaia di milioni (se non miliardi) di persone in tutto il globo.
C'è stato il periodo dove bisognava disumanizzare il mostro russo, parliamo della guerra fredda. Ed è stato fatto egregiamente. Basta andare a riprendere i film di quegli anni.
Per non parlare dei film sui nativi americani, quelli che prima hanno sterminato e poi ci hanno detto che erano il male assoluto.
C'è stato il periodo, ancora in auge, dove i messaggi subliminali per santificare i sionisti venivano inseriti anche nei film che con la storia non c'entravano assolutamente nulla.
Per non parlare della linea da tenere per quanto riguarda la liberazione dei campi di concentramento tedeschi e il tributo di sangue nella seconda guerra mondiale per sconfiggere il nazifascismo: hanno fatto tutto loro, gli Stati Uniti d'America altrimenti a Hollywood non ci entri e gli Oscar te li scordi.
Ora Hollywood brucia, come brucia Gaza e mezzo mondo alimentato soprattutto da chi si fregia di una statua della libertà che gronda di sangue.
Brucia mentre riesce a fare più scalpore dei bambini bruciati vivi. Brucia mentre ricevono più solidarietà i "padroni" delle ville che il Popolo Palestinese.
Brucia e ci ricorda che anche fino alla fine, fino all'ultimo secondo, svolgerà le sue funzioni: quelle della propaganda, dell'ipocrisia e dei doppi standard.
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