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09 gennaio 2025
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Dottor Abu Safiya: madre morta di crepacuore ignorandone la sorte
di Rosa Rinaldi

È morta di infarto (una volta si sarebbe detto di crepacuore) la madre del dottore HUSSAM ABU SAFIYA, rapito da Israele, l'eroe che abbiamo visto scavallare le macerie del suo ospedale distrutto per andare verso il carro armato dei suoi aguzzini.

Lo stesso medico eroe ferito che non ha mai abbandonato i suoi pazienti e che la Presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi di Segni definisce un "terrorista".

È aberrante non solo l'insolenza con cui questa gente solleva queste illazioni, ma è aberrante questa saldatura che le comunità ebraiche italiane stanno portando avanti unendo le ragioni di Israele con quelle dell'ebraismo tout-court, criticando il Papa che dunque minerebbe il rapporto tra ebrei e cattolici e mettendo di fatto la firma ebraica al genocidio.

Siamo tutti contenti della liberazione di Cecilia Sala, ma francamente non se ne può più di sentire Claudio Cerasa (direttore de Il Foglio, giornale con cui la Sala collabora) che si aggira tra tutte le TV per spiegarci quanto siano terribili le carceri iraniane, mentre non fa elogiare l'operato di Israele che in questo momento detiene migliaia di ostaggi nei suoi campi di tortura uccidendone a centinaia. Tra cui anziani, bambini, malati.

Sarebbe fantastico che lo stesso pressing che è stato fatto sull'Iran per rilasciare Cecilia Sala venisse fatto anche su Israele, per limitare anche di un centesimo i crimini che continua a perpetrare a Gaza e Cisgiordania.

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