Siria: in Israele si temono alleanze di fazioni con Erdogan
di Leandro Leggeri

Oggi segna un intero mese dall'offensiva guidata da Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) che ha portato al crollo del governo di Bashar al-Assad.

Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, ha dichiarato mercoledì che le sanzioni dell'UE sulla Siria, attualmente ostacolo alla consegna di aiuti umanitari, potrebbero essere revocate rapidamente. Le dichiarazioni seguono le recenti decisioni del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti di concedere alla Siria un allentamento di sei mesi su alcune sanzioni.

Secondo il Financial Times, Berlino sta guidando una nuova iniziativa per revocare alcune sanzioni a livello UE, subordinata a riforme politiche e di leadership in Siria che garantiscano la protezione delle minoranze e dei diritti delle donne.

Combattenti armati della Southern Operations Room del sud della Siria sono riluttanti a consegnare le loro armi alle nuove autorità de facto a Damasco, riferisce l'AFP. Hanno rifiutato di consegnare le armi, sottolineando però la loro disponibilità a essere integrati in una nuova struttura militare.

Il Comitato Nagel israeliano ha presentato al governo raccomandazioni sulla strategia di difesa, evidenziando il rischio che fazioni siriane si allineino con la Turchia, rappresentando una nuova e potente minaccia per la sicurezza di Israele.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha intensificato la sua retorica nazionalista, promettendo in un recente discorso di adottare misure forti contro le forze guidate dai curdi in Siria, che accusa di minacciare la sua visione di una “Turchia libera dal terrorismo”.

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