Siria: Erdogan paventa interventi militari
di Leandro Leggeri

Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha emesso una licenza temporanea di sei mesi che allenta le restrizioni imposte alla Siria attraverso le sanzioni statunitensi. La nuova licenza consentirà a investitori e organizzazioni umanitarie di effettuare transazioni finanziarie con le autorità de facto a Damasco.

Le autorità irachene hanno promesso di riaprire la principale frontiera del Paese con la Siria la prossima settimana per il transito di viaggiatori e merci. Il valico di Al-Qaim, situato nella provincia di Anbar, era stato chiuso a dicembre dopo la caduta del governo Assad.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato che interverrà militarmente in Siria nel caso in cui il Paese finisse per essere diviso. Le dichiarazioni di Erdoğan fanno riferimento alla violenza tra i gruppi guidati da Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) e le Forze Democratiche Siriane (SDF) sostenute dagli Stati Uniti e a guida curda nel nord-est della Siria, percepite dalla Turchia come una minaccia ai propri obiettivi nella regione.

Le autorità de facto della capitale siriana, Damasco, hanno concluso quella che hanno definito un'“operazione di sicurezza” durata cinque giorni nella città di Homs. Sono state arrestate più di 650 persone e intercettati numerosi depositi di armi.

Ieri è atterrato il primo volo commerciale in Siria presso l’aeroporto internazionale di Damasco, per la prima volta dalla caduta del governo Assad l'8 dicembre. L’aereo apparteneva alla Royal Jordanian Airlines ed è partito dal Qatar in quello che è stato descritto come un “volo di prova” verso la Siria.

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