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Comunità ebraiche italiane contro Amnesty
di
Rosa Rinaldi
Ancora una volta le comunità ebraiche italiane protestano contro chi osa affrontare la questione del genocidio e non contro chi, invece, lo mette in campo fattivamente.
Un dibattito promosso a Venezia da Amnesty International sul “genocidio di Israele contro la popolazione palestinese”, che si terrà il 9 gennaio nella sede di Ateneo Veneto, ha suscitato la sdegnata reazione della Comunità Ebraica di Venezia.
Dario Calimani, presidente della Comunità Ebraica di Venezia, ha inviato una lettera ad Antonella Magaraggia, presidente di Ateneo Veneto e magistrato in pensione.
Gli ebrei veneziani si dichiarano “amareggiati e sorpresi” dice, e parla di:
"posizioni da sempre preconcette e preconfezionate, come quelle di Amnesty".
E ricorda, ancora una volta, il 7 ottobre, costellandolo delle fake news che ormai conosciamo bene ("stupri e mutilazioni").
È incredibile come questa gente sembri vivere in una bolla oscura e autoreferenziale, dove il Reale non conta niente rispetto al desiderio di stare dalla parte "della propria gente", come ho letto in un commento.
Eppure, nel XXI secolo, l'unico sentimento che dovrebbe possedere l'Uomo dovrebbe essere l'Umanesimo universale, il riconoscere l'Altro come Altro-se-stesso, al di là di razza, pelle e religione.
"Tratta gli altri come vuoi essere trattato", questa dovrebbe essere la nuova etica fondativa del XXI secolo, come l'ha postulata Jonas:
"agisci in modo tale che le conseguenze delle tue azioni siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra".
Invece, a sentire questi qui, sembra di essere ritornati indietro di un paio di secoli, al conflitto tra razze, alle guerre tribali e alle appartenenze ascritte e particolaristiche, all'ideologia del sangue, alla doppia etica, al disprezzo per chi sta non con Loro ma con gli Altri...
E questo disprezzo si vede non solo dal diniego di utilizzare termini quali "genocidio", ma dal modo con cui usano il termine "terzomondismo" per etichettare negativamente chi esprime solidarietà con il popolo palestinese.
Se sta gente sente così impellente il bisogno di stabilire nuove barriere tra Loro e gli Altri, è bene che sappiano che le persone per bene - ebree o non ebree - non staranno MAI dalla parte di uno Stato genocida e criminale.
Perché non è solo il popolo palestinese ad essere in pericolo.
Ma noi tutti.
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