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Si sentono dio ma la vita la tolgono
di
Rossella Ahmad
A Gaza mi sento Dio.
Hanno ragione a dirlo. Dove non vi sia legge, diritto, certezza del diritto, punibilità per chi si macchi di crimini contro l'umanità, chiunque può sentirsi dio. Qualunque psicopatico a cui sia data un'arma, può utilizzarla per decidere arbitrariamente chi debba vivere e chi debba morire, in una sorta di roulette russa al contrario, in cui il tuo potere è illimitato ed incontrastato.
Chiunque si intenda anche poco di psicologia capisce chiaramente il processo psicotico irreversibile in cui è precipitata tanta parte della società Israeliana. Una società già problematica di suo, per usare un eufemismo.
Che mostra da sempre insostenibili livelli di criticità innescati ed esacerbati dalla particolarità con cui si è costituita: un agglomerato eterogeneo di coloni, giunti da ogni parte del mondo, senza connessioni con la terra e con labilissimi legami tra le diversissime comunità che lo compongono. Che si è costituita - lo sappiano o meno, di certo possono intuirlo anche alla luce di ciò che accade oggi - sulla pulizia etnica e sulla soppressione violenta dei nativi.
Coinvolta in un genocidio terrificante di cui il mondo intero è testimone oculare. Nel momento stesso in cui plaudono al sangue innocente versato a Gaza, sanno che nel mondo c'è chi guarda a loro come agli orchi delle fiabe infantili. E più si procede nel tempo - un tempo vitale contraddistinto da enorme violenza a tutti i livelli.
Pensiamo solo a ciò che accade oggi negli aeroporti, nelle strade e nei presidi di controllo di mezzo mondo a chi sia sulla lista nera di israele - più questa caratteristica davvero anomala di disagio collettivo salta agli occhi, e fa paura.
Non a caso, l'anno scorso si aprì con la notizia che il sistema di salute mentale nel paese fosse collassato e dozzine di psichiatri fossero riparati in Europa, particolarmente in gran Bretagna. In preda al panico, credo.
Dopo un anno - un anno che ha segnato in maniera indelebile la nostra percezione dei concetti di umanità e diritto - posso supporre che la situazione sia solo peggiorata in maniera esponenziale.
Gaza e l' intera Palestina - i brandelli di ciò che ne resta -.sono una landa senza legge, in cui imperversa la fine dell'etica per come ne abbiamo letto sui libri di scuola. La capacità cioè dell'Uomo di riconoscere i concetti di Bene e di Male, di giusto ed ingiusto e di scegliere i primi senza dubbio.
Ma se la Palestina è una landa senza legge, in cui gli innocenti sono condannati ad un inferno senza fine, chi impunemente ne sia carnefice è, o sarà, inevitabilmente lambito dalla follia, che è l'alienazione mentale determinata dall'abbandono di ogni criterio di giudizio.
Ciò che vediamo attorno a noi, praticamente.
Chiunque abbia anche solo supportato i crimini efferati commessi a Gaza dovrà affrontare un lungo percorso per ristabilire il proprio senso di umanità. E non è detto che ci riesca.
"È meglio subìre un'ingiustizia piuttosto che commetterla. O Archelao, non si può essere ingiusti e felici al tempo stesso".
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