 |
La resistenza morale del dottor Hussam Abu Safiya
di
Alessandro Ferretti
Ormai le conferme arrivano da più fonti: il dottor Hussam Abu Safiya, il direttore dell’ospedale Kamal Adwan che ieri è stato sgomberato e distrutto dall’esercito israeliano, è stato arrestato.
A ottobre, quando l’esercito aveva fatto irruzione nell’ospedale, il dottor Safiya si era rifiutato di obbedire all’ordine di abbandonare i suoi pazienti e così per vendetta le forze di occupazione avevano ammazzato suo figlio con un drone, davanti ai suoi occhi.
Oggi, grazie alla testimonianza di Waleed Al-Boudi, infermiere dell’ospedale, scopriamo che il motivo del suo arresto è molto simile. Abu Safiya è stato arrestato nella scuola Al-Fakhoura (dove l’esercito aveva deportato una parte dello staff medico) perché si è rifiutato di abbandonare i suoi colleghi, nonostante gli fosse stata data la possibilità di andarsene.
È rimasto per cercare garantire la sicurezza di tutta la sua squadra, tentando in ogni modo di convincere i soldati a liberare tutti, ma i suoi tentativi hanno suscitato l’aggressività dei militari che alla fine lo hanno arrestato.
L’infermiere Al-Boudi ha fatto appello al mondo e alle organizzazioni per i diritti umani affinché stiano con il dottor Hussam, sottolineando il suo ruolo nell’ispirare pazienza e resilienza nel nord di Gaza. “Abbiamo pianto lacrime di sangue sulle porte dell’ospedale Kamal Adwan”, ha detto, raccontando il momento in cui sono stati scacciati con la forza dalle forze di occupazione.
Ormai è evidente. La guerra israeliana non è solo rivolta ad estirpare i palestinesi dalle loro terre, è qualcosa di più: è una guerra contro tutti coloro che si ostinano a mantenere la loro dirittura morale e ad agire di conseguenza. Chi stermina e distrugge da remoto senza rischiare nulla, grazie alla sua smisurata forza militare, sa bene che il vero pericolo non viene dalla resistenza militare bensì dalla resistenza morale alla ferocia animalesca in cui i genocidari sguazzano.
Per assicurarsi che le loro miserabili conquiste strappate con violenza senza eguali durino nel tempo, i genocidari israeliani e i loro complici e sodali stanno cercando di estinguere i sentimenti umani di solidarietà, altruismo e giustizia, ovvero i sentimenti che animano tutti coloro che resistono (in Palestina e nel mondo) alla loro barbarie.. e cercano di farlo nell’unico modo che conoscono, ovvero con il terrore e con la ferocia.
I genocidari hanno un’idea di umanità in mente, composta una classe di dominatori onnipotenti e uno stuolo di servitori meccanicamente obbedienti, tenuti al loro posto con la pura e semplice repressione totalitaria. Battersi per la liberazione del dottor Safia, che incarna in purezza tutti i valori umani che i genocidari puntano a sopprimere, significa quindi battersi contro l’orribile distopia che i potenti hanno in serbo per il nostro immediato futuro.
Per chi non ha mai avuto il coraggio di fare qualcosa questa è l’ultima chiamata, è il momento di muoversi: perché un mondo che consente al potere di spegnere l’umanità incarnata è un mondo in cui nessun umano può essere felice.
VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA
 
Dossier
diritti
|
|