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28 dicembre 2024
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Al freddo e al gelo
di Santina Sconza

E morirono in Palestina al freddo e al gelo.

Noi eravamo al caldo, rinchiusi nelle nostre case, festeggiavamo la vigilia di Natale, loro in un campo profughi al freddo e al gelo, non ci sono stati i pastori a portare doni, non ci sono Re Magi che il 6 arriveranno a portare oro, incenso e mirra.

Nessuno di quei disgraziati che stanno subendo la guerra vogliono oro, incenso e mirra, vogliono una casa dove abitare, non vogliono missili, bombe e armi ma desiderano solo un grande regalo non realizzabile 'PACE'.

Il padre di una bimba morta per il gelo racconta: 'Faceva molto freddo durante la notte e noi adulti non riuscivamo nemmeno a resistere. Non riuscivamo a scaldarci“.

Sila aveva solo 20 giorni di vita si è svegliata piangendo tre volte durante la notte e al mattino l’hanno trovata priva di vita, con il corpo rigido. “Era come legno“, ha detto il padre.

Madri e padri che vedono i loro piccoli morire o sotto le bombe o al freddo e al gelo, loro non hanno più lacrime, non hanno cibo, non hanno nulla. L'altra parte del mondo, quella opulenta che non ferma la guerra, se ne frega anzi è felice di poter vendere armi, il G7 serve soltanto a portare la Meloni, con un aereo non sappiamo se di stato, la figlia a vedere Babbo Natale in Lapponia.

Un G7 presieduto dall'Italia, da una Presidente che è madre e cristiana che dovrebbe fermare o almeno chiedere la tregua per Natale che se ne strafotte dei bambini palestinesi, ucraini, siriani, l'unica cosa che sa fare è costruire confini.

L'unico che ha alzato la voce contro le guerre, contro la falce che stermina i bambini è Papa Francesco e di questi bambini uccisi dal gelo ne scrivono solo l'Unità, il Manifesto e l'Avvenire.

Tutti gli altri silenzio, si scrive del nulla, di un ministro che vuol lasciare il suo incarico alle infrastrutture per avere quello dell'interno. Si scrive di una Meloni che la vigilia di Natale convoca una riunione di ministri per realizzare il suo progetto scellerato in Albania per andare poi all'apertura della porta del Giubileo.

Con l’apertura della Porta Santa si è dato inizio a un nuovo Giubileo "Questa è la notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo; questa è la notte in cui Dio dice a ciascuno: c’è speranza anche per te". "Pensiamo alle guerre, ai bambini mitragliati, alle bombe sulle scuole e sugli ospedali."

Nessuno politico ha ascoltato le parole del Papa, si sono ingozzati come tacchini, hanno posto sui media le foto con i loro figli facendo gli auguri di Natale al popolo.

Se le vittime potessero descrivere la loro morte, l'invocazione di aiuto rimasto inascoltato, il loro terrore davanti ai missili forse qualcuno avrebbe pietà. Ma le vittime sono costrette a rimanere in silenzio, le vittime sono costrette a scappare, le vittime sono meno di un animale, perché per Natale pagine intere su non mangiare gli agnelli e non fare botti, ma non su chi perisce al freddo e al gelo e sotto le bombe.

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