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Terroristi amici e terroristi nemici
di
Leandro Leggeri
Nel 2015, due attentatori suicidi di Al-Nusra (ora HTS, guidato da al-Jolani) si sono fatti esplodere in una caffetteria nel quartiere a maggioranza alawita di Jabal Mohsen, a Tripoli, in Libano. L’attacco ha ucciso 9 persone e ne ha ferite oltre 30. Un crimine rivendicato senza vergogna da un’organizzazione responsabile di attacchi contro civili in Siria e Libano.
Oggi però, assistiamo a una svolta inquietante: gli Stati Uniti hanno rimosso la taglia di 10 milioni di dollari su Abu Mohammad al-Jolani, leader di HTS, e alcuni paesi europei stanno persino considerando di togliere HTS dall’elenco delle organizzazioni terroristiche. Questo nonostante HTS sia il diretto successore di Al-Nusra, una branca di al-Qaeda.
Nel frattempo, organizzazioni come Hamas e Hezbollah continuano a essere etichettate come terroristiche senza esitazione. Perché? Evidentemente, i 'terroristi' vengono definiti non dai crimini che commettono, ma dalle convenienze politiche del momento.
Durante un'intervista con Hadeel Al-Salachi di NPR, Maher Marwan, il nuovo governatore di Damasco, ha dichiarato che era «naturale» che Israele fosse preoccupato per il nuovo governo siriano. Parlando a nome del leader siriano Abu Mohammad al-Julani, Marwan ha affermato: «Il nostro problema non è con Israele».
Dopo la rapida conquista della Siria in soli 11 giorni, i leader di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), affiliata ad al-Qaeda, stanno cercando di ottenere legittimità internazionale presentandosi come la «nuova Siria». Nel corso del colloquio, Marwan ha ribadito che «è naturale» che Israele abbia timori nei confronti della nuova amministrazione e che, a causa di questa «paura», Israele possa «avanzare un po', bombardare un po'».
Marwan ha concluso sottolineando che la nuova leadership siriana non intende «intromettersi in nulla che possa minacciare la sicurezza di Israele o di qualsiasi altro paese».
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