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Israele teme Erdogan, che il JP chiama il nuovo Putin
di
Leandro Leggeri
Il Jerusalem Post esprime forte preoccupazione per il ruolo sempre più assertivo di Erdoğan in Siria, definendolo "il nuovo Putin".
Israele osserva con apprensione questa evoluzione, temendo che la Turchia possa sostenere militarmente le forze ribelli siriane, magari con l'appoggio degli Stati Uniti. Questo scenario complicherebbe la posizione di Israele, che potrebbe incontrare difficoltà nel contrastare il trasferimento di armi a queste forze.
L'iniziale sollievo di Israele per la caduta del regime di Assad e il ritiro delle forze iraniane dalla regione si è trasformato in preoccupazione per la crescente influenza di un ramo sunnita della Fratellanza Musulmana, ostile a Israele e sostenuto da Qatar e Turchia. Se questa fazione acquisisse potere, potrebbe avere un impatto significativo sugli equilibri della regione.
Israele intravede una possibilità di contenere Erdoğan attraverso la futura amministrazione di Donald Trump, considerando le relazioni tese tra Trump ed Erdoğan e le discussioni passate sulla possibile esclusione della Turchia dalla NATO.
Intanto, la Turchia sta rafforzando la sua posizione strategica: da un lato con la costruzione di un gasdotto in collaborazione con l'Azerbaigian, che danneggia gli interessi di Russia e Iran, dall'altro consolidando la sua presenza militare in Siria.
Erdoğan sta sconfiggendo le forze curde, creando una zona cuscinetto lungo il confine turco e aumentando la sua influenza sul futuro assetto del regime siriano. Questo avviene nonostante le gravi difficoltà economiche che il suo paese sta affrontando.
Le analisi occidentali prevedono che Erdoğan completerà presto la sconfitta delle forze curde, anche perché è improbabile che l'amministrazione Biden intervenga. La Turchia potrebbe inoltre consolidare il controllo su aree chiave, rafforzando ulteriormente la sua posizione strategica nella regione.
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