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Colpevoli di umanità
di
Rossella Ahmad
Gli Houthi non sono mediaticamente spendibili. Non appaiono gran che instagrammabili né vogliono esserlo. Non gliene frega nulla di apparire toghi ed esteticamente accettabili secondo i canoni del narcisismo occidentale da social. Sono uomini antichi che parlano una lingua antica, non più di moda a queste latitudini. Parlano di onore, questo sconosciuto. Di dignità. E non esiste cosa più dignitosa ed onorevole che soccorrere un innocente disarmato pestato a sangue dal bullo del quartiere - difeso dalle armate coloniali di mezzo mondo.
Questi uomini antichi resistuiscono un po' di orgoglio all'intera nazione araba, la quale ha lasciato che il suo piccolo cuore venisse sfregiato da un crimine orribile. Senza fare un plissé, se si esclude la preoccupazione per il proprio status quo minacciato dalla scossa tellurica che lo scuote dallo scorso ottobre.
Ha lasciato che un pugno di psicopatici rendesse reali tutte le paure ancestrali del genere umano: morire di notte senza essere soccorsi, essere seppelliti vivi, avere fame e non poter mangiare, avere sete e non poter bere, vedere morire i propri figli senza avere la possibilità di proteggerli. Ha lasciato che Gaza venisse squassata da una ferocia che non appartiene al genere umano.
Ora, non voglio tornare sul come chiamare cosa. Amnesty International, Human Rights Watch e anche gli analisti israeliani, i pochi che conservano la bussola in una società in preda alla follia genocida, si sono espressi alla stessa maniera dei giudici dell'Aja.
Ai tanti che si sentono offesi dal termine, chiederei di cercarne un altro che definisca efficacemente le azioni di squadroni della morte drogati, equipaggiati con le armi più sofisticate, che da quasi 500 giorni sono impegnati nella distruzione violenta e sistematica dello spazio vitale di un popolo di profughi, assassinandone i componenti nelle maniere più crudeli e rendendo inabitabile quel territorio per i decenni a venire.
Comunque vogliate chiamarlo, ho un piccolo esercizio della più banale logica da proporvi.
Se a Gaza va in onda un genocidio. E se il genocidio è cosa assai grave - il più grave tra i crimini che gli uomini possano commettere. E se lo Yemen cavallerescamente si oppone a chi lo perpetra e cerca di fermare la mano omicida, rischiando di essere ucciso a sua volta pur di riuscirvi, come dovrebbe essere definito secondo logica e secondo etica, ossia secondo i principi fondanti del pensiero umano?
Uno stato cioè impegnato nel perseguimento del Bene Massimo contro chi persegua il Male Assoluto come meriterebbe di essere classificato?
Date una scorsa ai media mainstream e capirete perché siamo immersi in una distopia da arancia meccanica, in cui la violenza verso i deboli è il comune denominatore. Perché in questo mondo gente come gli Houthi, che onorevolmente si pongono di traverso rispetto al progetto genocida non importa quale sia il prezzo da pagare - non ci fermeremo fino a che non sia posta fine all'aggressione a Gaza, fanno sapere - saranno puniti, bombardati, affamati, diffamati e derisi.
E chi persegua il Male Assoluto - e il paesaggio lunare di Gaza è testimone dell'entità e della depravazione di questo male - decide chi debba essere cosa e quale sia il suo destino.
Come chi non abbia niente da perdere, escluso l'orgoglio di essere parte di una civiltà che ha tra i suoi fondamenti la giustizia da perseguire qui, su questa terra, e la solidarietà con l'oppresso , il più povero tra i paesi arabi conta le vittime civili ed i danni alle infrastrutture causate dall'ultimo bombardamento dell'impero sui porti ed i depositi di carburante di Ras Issa.
Colpevole di aver mostrato sentimenti umani.
L'ipocrisia occidentale ai suoi massimi livelli.
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