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Svezia taglia finanziamenti alla UNRWA
di
Franca Rissi
Soprattutto in caso altri paesi seguissero l'esempio della Svezia, Israele è riuscita nel suo intento di far definanziare l'odiata UNRWA, colpevole di aver denunciato puntualmente i suoi crimini a Gaza.
La Svezia ha infatti annunciato che non fornirà più finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA). Invece, la nazione nordica incanalerà gli aiuti umanitari a Gaza attraverso organizzazioni alternative, secondo il ministro degli aiuti Benjamin Dousa, che ha parlato venerdì con l’emittente svedese TV4.
La decisione arriva dopo che Israele ha approvato a fine ottobre una legge che vieta all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) di operare in “Israele”, ostacolando ulteriormente i suoi sforzi per aiutare i palestinesi nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra.
Dousa ha affermato che il divieto israeliano complicherebbe la capacità della Svezia di fornire aiuti attraverso l'UNRWA. "Ci sono molte altre organizzazioni a Gaza; sono appena stato lì e ne ho incontrate molte", ha detto, citando il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite come potenziale partner.
Ha inoltre affermato che la Svezia intende aumentare la sua assistenza umanitaria complessiva a Gaza nel prossimo anno.
Oggi, un alto funzionario delle Nazioni Unite ha criticato Israele per aver bloccato gli aiuti dalla Striscia di Gaza, affermando che le politiche israeliane hanno costretto gli operatori umanitari a prendere “decisioni orribili”.
In una conferenza stampa virtuale, Georgios Petropoulos, capo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) a Gaza, ha affermato: "Le autorità e i militari israeliani non sembrano disposti ad aprire più punti di accesso contemporaneamente" per i servizi umanitari. sforzi nella Striscia di Gaza, che hanno impedito la consegna degli aiuti.
Petropoulos ha sottolineato molteplici problemi che hanno rallentato la consegna degli aiuti, comprese le severe restrizioni israeliane sugli articoli, il saccheggio degli aiuti nelle aree controllate da Israele e l’accesso limitato attraverso i checkpoint israeliani.
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