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18 dicembre 2024
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Ragionando sull'irragionevole
di Rossella Ahmad

Dialogo tra una sionista e me. Il dialogo sembra in realtà un monologo, mancando delle parti scritte dalla mia interlocutrice , che non riporto ma che sono però facilmente intuibili.

"Prima di iniziare un qualsiasi discorso, occorre partire da una base condivisa. E qui la base è il peccato originale che, nel 1948, ha reso un inferno la vita dei palestinesi. Tu ritieni che quello del 1948 sia stato un peccato originale che, con effetto domino, ha causato tutto ciò che stiamo vedendo oggi? Se no, allora ti invito a rileggere ciò che ho scritto con spirito critico, ossia scevro da anni e decenni di sovrapposizioni a-critiche di insegnamenti basati sulla fede.

La decostruzione di cui parlavo prima. Se sì, allora lasciamo da parte la storia, che è codificata, esiste e non si può mutare se non attraverso la ricerca o la manipolazione. Quella che oggi vediamo trionfare un po' dovunque. Lasciamo da parte la storia non perché non sia importante, al contrario, ma perché, partendo da una base comune, è più utile parlare dell'oggi. Che si vuole fare, oggi? Continuare in una colonizzazione che già ha causato la bancarotta morale ed umana di Israele oppure venire a patti con la realtà e vivere da umani, non da suprematisti, in mezzo agli umani? Non c'entra nulla Hamas e non c'è bisogno di sottolinearlo.

Hamas, o la resistenza, o mille diverse resistenze, sono la risposta a cento anni di oppressione che il popolo palestinese subisce da innocente. Questa resistenza non si fermerà mai. Il popolo palestinese lo ha dimostrato. Senza cibo, senza acqua e senza casa, resta lì. Bisognerà ucciderli tutti, per venirne a capo con la violenza, come Israele intende fare.

Ma la domanda sorge spontanea: la società israeliana nella sua interezza, non soltanto quei pazzi che invocano più bombe su Gaza (e noi sappiamo che, soprattutto all'esterno d'Israele moltissime sono le voci che dissentono), e gli ebrei in genere, possono e potranno sopravvivere a due/tre milioni di palestinesi ammazzati nella loro terra? Questa è la domanda da porsi, ed a cui dare risposta.

In realtà la costituzione di Israele è un unicum nella storia dell'uomo. Forse paragonabile a quella degli stati uniti, ma lì parliamo di un'epoca storica in cui non erano stati ancora codificati determinati principi ed il colonialismo non era ancora stato rigettato dalla storia.

La questione dello stato unico è l'unica praticabile e non per i motivi che tu sottolinei. Per due motivi essenzialmente: perché la Palestina, o ciò che risultava dall'iniqua spartizione del 1948, di fatto non esiste più, polverizzata dalla presenza di centinaia di enclave coloniche, che sono una violazione grave del diritto internazionale, ed inoltre perché l'applicazione della risoluzione ONU che prevede il diritto dei profughi a tornare nelle loro case e terre sancirebbe la fine de facto dello stato suprematista in Palestina.

So perfettamente che gran parte della società israeliana ripudia questa soluzione. Ecco perché parlavo di decostruzione. Perché soltanto attraverso la decostruzione del pensiero suprematista e segregazionista si potrà arrivare a considerarsi umani tra gli umani, senza nessuno status privilegiato da difendere. Questa è la cosa difficile da fare.

Per suprematismo intendo proprio suprematismo. Cioè ritenere che uno stato ti sia stato concesso per diritto divino e che tu rappresenti un popolo diverso e superiore rispetto agli altri. La situazione della Cisgiordania l'hai ben descritta. L'apartheid lì si esplica in modi che sono molto più terrificanti di quello del Sudafrica, ad esempio. La situazione all'interno di Israele è molto meno impattante, ma quando parli di società multirazziale cosa intendi?

Perché il criterio adottato dal sionismo per garantire la cittadinanza è quello religioso. Cioè devi dimostrare di essere ebreo, altrimenti sarai sempre uno straniero a tempo, e con diritti molto diversi rispetto ad un cittadino. Per quello che concerne i palestinesi del 1948 (quelli restati per qualche motivo all'interno di Israele), anche in questo caso abbiamo diritti diversi in tutti gli ambiti della vita.

Credo che tu sappia perfettamente che qui non ci sono due parti equivalenti, né nel merito né nel metodo. I palestinesi sono stati cacciati dalla loro terra e sono sottoposti ad un genocidio, che è anche un etnicidio e che prosegue da ottant'anni. Israele, al contrario, è il colonizzatore che attualmente è impegnato in una pulizia etnica sia a Gaza che in Cisgiordania. Questo è quanto avviene.

Per ciò che concerne i profughi, non ci sono punti di vista. Il fatto è oggettivo ed è stabilito da una risoluzione ONU, quindi non ci sono interpretazioni di sorta. Ed il problema palestinese è tutto lì, e potrebbe chiudersi con il rispetto di una sola risoluzione, pensa. Per concludere non saprei proprio cosa debbano ancora fare e cosa abbiano ancora da perdere i palestinesi. Dimmelo tu, se puoi".

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