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Abu Mazen: un ruolo di facciata inutile e dannoso
di
Rossella Ahmad
Gli infami accordi di Oslo segnarono la fine della democrazia palestinese - un popolo della diaspora non poteva essere nulla di meno che intrinsecamente democratico - e la nascita di una nuova satrapìa mediorientale, l'autorità palestinese.
Un ossimoro, una contraddizione in termini, un unicum nella storia degli stati, appositamente creato per ricompensare i traditori della Palestina che solennemente si erano impegnati a diventare i carcerieri del loro popolo ed i garanti del diritto alla sicurezza dell'occupante.
I collaborazionisti per eccellenza, senza alcun margine di azione, né di decisione, né di effettiva indipendenza.
Furono ben congegnati, gli accordi, come tutto ciò che riguardi la Palestina, dalla promessa di Balfour al genocidio di Gaza. Fu preventivamente strappata dalle mani di uno degli attori l'unica carta negoziale che possedesse - tale fu il riconoscimento dello stato di Israele ottenuto in cambio di niente.
Ditemi voi che negoziato è quello in cui uno dei negoziatori non ha più nulla da negoziare. A mani vuote, non restava altro che cedere al miraggio di un riconoscimento internazionale farlocco, di qualche pacca sulla spalla da parte della "gente che conta", di un titolo di presidente che aveva lo stesso valore dei "dottore" con cui i parcheggiatori abusivi della mia città lusingano l'automobilista di turno in cambio di qualche spicciolo in più.
Una catastrofe, per la Palestina. Sicuramente peggiore della stessa occupazione che, almeno, poteva essere combattuta senza limiti, secondo tutte le leggi e le convenzioni internazionali.
Ed eccolo, Abu Mazen. Il satrapo dall'aria triste. Muto durante i quindici lunghi mesi di terrificante genocidio a Gaza.
Che condanna un sette di ottobre già debunkerizzato persino dal voto della Knesset a che non si formi una commissione d'inchiesta indipendente sui fatti del giorno fatale.
Che giunge in Italia e si precipita a stringere le mani dei complici del genocidio in atto, senza pudore, senza dignità e senza onore. Virtù per le quali è celebre ciò che resta del suo popolo.
Che torna in Cisgiordania ed ordina un'azione militare contro la Resistenza all'occupazione. I terroristi islamisti, così li chiama, secondo la nomenclatura appositamente coniata dalla premiata ditta usrahell ed i suoi sodali, ognuno dei quali mira a sbarazzarsi delle opposizioni interne incassando il massimo del sostegno internazionale.
È il Potere che serra i ranghi sulla testa dei popoli. La Restaurazione. Il famoso stivale che calpesta un volto umano per sempre.
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