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15 dicembre 2024
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Siria: Blinken conferma colloqui diretti fra USA e HTS
di Rico Guillermo

Alti diplomatici di Stati Uniti, Turchia, Unione Europea e paesi arabi hanno raggiunto un consenso sul fatto che qualsiasi nuovo governo in Siria dovrà difendere i diritti delle minoranze, fa detto sabato il segretario di Stato americano Antony Blinken. La dichiarazione fa seguito alle discussioni in Giordania e all’impegno diretto con i gruppi di opposizione responsabili della cacciata del presidente Bashar al-Assad.

Intervenendo in una conferenza stampa, Blinken ha reso noto l'accordo su un comunicato congiunto, che sottolinea la necessità di un governo inclusivo e rappresentativo che tuteli i diritti delle minoranze ed eviti di fungere da "base per gruppi terroristici". "L'accordo di oggi invia un messaggio unificato alla nuova autorità provvisoria e ai partiti in Siria sui principi cruciali per garantire il sostegno e il riconoscimento tanto necessari", ha affermato.

Inoltre, Blinken ha rivelato che i funzionari statunitensi hanno avviato un dialogo diretto con il gruppo Hay'at Tahrir al-Sham (HTS), esortandolo e altre fazioni dell'opposizione ad aiutare a localizzare Austin Tice, un giornalista americano rapito in Siria nel 2012. Ha aggiunto che Washington ha delineato le sue aspettative per la transizione politica della Siria a vari attori.

L'incontro, ospitato ad al-Aqaba, in Giordania, ha visto la partecipazione di rappresentanti di Giordania, Arabia Saudita, Iraq, Libano, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Qatar. L’incontro escludeva Russia e Iran, i principali alleati di al-Assad, e non comprendeva un rappresentante siriano. I diplomatici arabi hanno rilasciato una dichiarazione separata sostenendo una transizione politica pacifica e inclusiva che apra la strada alle elezioni e a una nuova costituzione.

Secondo Reuters, durante i colloqui, i funzionari arabi hanno chiesto garanzie alla Turchia di sostenere questi obiettivi e di prevenire la divisione della Siria su linee settarie.

La Turchia e gli Stati Uniti, entrambi membri della NATO, hanno interessi divergenti riguardo ad alcune fazioni militanti. Nel nord della Siria, i gruppi sostenuti dalla Turchia si sono impegnati in scontri con le Forze Democratiche Siriane (SDF) a guida curda e sostenute dagli Stati Uniti.

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