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15 dicembre 2024
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I sogni dei bambini di Gaza
di Rossella Ahmad

-Hai vissuto tantissime guerre. È vero che Gaza è diversa?

-Uso un’altra parola che è ancora più grave: è senza precedenti [cardiochirurgo infantile per MsF]

Questo per rispondere a coloro che "la guerra è guerra/nelle guerre i bambini possono morire". Tipico modo di chi voglia tacitare una coscienza già morta.

Intanto non è una guerra.

Spiegami come possa essere definita una cosa per cui una parte è armata e l'altra disarmata; una parte appoggiata e finanziata da mezzo mondo e l'altra tremendamente sola; una parte costituita da aggressivi coloni d'insediamento e l'altra da profughi privati persino di cibo ed acqua.

Se non il compendio di tutte le vergogne passate, presenti e future dell'umanità.

E dunque la cardiochirurgo infantile rileva un colpo unico al cuore, laddove avrebbe dovuto posizionare il suo fonendoscopio. I bambini vengono giustiziati in questo modo. A quattro anni ed anche meno. Un popolo condannato all'estinzione.

È così che avviene un genocidio.

È da un anno che vediamo queste immagini. E da un anno ci chiediamo dove sia finito il principio supremo che ci ha permesso di sopravvivere finora come specie, e cioè la salvaguardia e la protezione dei più piccoli.

Ed è di oggi la visione delle immagini di una madre che vaga chiedendosi dove siano i suoi figli morti senza avere mangiato; di un uomo sferzato da un acquazzone che porta tra le braccia un piccolo cadavere avvolto in un sudario schizzato di fango; di un bimbo che arranca nella sabbia strisciando col bacino, per andare chissà dove, chissà da chi. Senza neanche il suo paio di gambe a sostenerlo.

Esattamente in questo giorno, un anno fa, scrivevo: "Mi sono imbattuta ieri sera in un video inconsueto rispetto a quelli che vedo di solito: una casa calda ed accogliente, un nonno impegnato nella lettura di un quotidiano sullo sfondo, una nonna che tiene tra le braccia una bimba di pochi mesi, pelle colore del latte, come solo quella degli inglesi può essere, riccioli biondi sulla fronte, occhi cerulei ed allegri. Con i versetti tipici dei bambini, interagisce con la nonna, che le spiega quanto sia bella e quanto sia giustamente preziosa.
Un colpo allo stomaco mi riporta alla realtà dei bambini non preziosi. Quelli le cui gambette penzolano dalle macerie di case bombardate. Quelli che si aggirano scarmigliati tra gambe adulte, alla ricerca disperata di un genitore. Quelli con i piedi amputati, la pelle bruciata, le manine ferite mostrate ai più grandi. Quelli che si consolano a vicenda e si toccano le ferite l'un l'altro. Bambini non preziosi, trattati dal mondo come spazzatura senza valore. Cheap bargain, roba di poco prezzo per la quale non vale la pena spendersi.
Chiudo le palpebre con difficoltà. E sogno: passeggio portando al guinzaglio il cane che avevo da ragazzina. Dall'arcata di un vecchio palazzo diroccato escono tre grossi animali, dal colore chiaro come perla. Una macchia bianca sempre più indistinta comincia ad inseguirmi e, mentre scappo sul dorso pietroso di una collina, il mio cane si trasforma in un bambino. Mio nipote. Corriamo insieme fino a raggiungere un fiume, che è in realtà un mare. Siamo salvi.
Mi chiedo come siano i sogni dei bambini di Gaza".

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