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Siria: alleanze impensate
di
Sandro Valentini
In Medio Oriente ci sono molti attori e ognuno persegue i propri obiettivi. A volte sono convergenti con gli obiettivi di altri attori e a volte in contrapposizione fino al conflitto militare.
Spesso le alleanze, meglio le convergenze, sono trasversali. Si pensi ad Hamas che è sempre stato contrario ad Assad, alleato della Turchia e del Qatar e che in passato non ha disdegnato di fare sponda con il sionismo contro l'Olp.
Si pensi ad Israele che da sempre mantiene un canale di dialogo con la Russia, un terzo della sua popolazione è russa. Sulla risoluzione dell'Onu contro il nazismo presentata dai russi ha votato a favore mentre gli Usa contro e non è tra i paesi occidentali in prima fila a inviare armi in Ucraina, anzi mi pare molto disimpegnato.
Non escludo che la distruzione dell'aviazione e della flotta siriana sia stato anche un favore alla Russia per impedire che potessero finire nelle mani Usa che le avrebbero inviate all'Ucraina. I tagliagole di questi arsenali del resto non sanno che farsene non sono in grado di utilizzarli.
Si pensi alle monarchie del Golfo, vere potenze globali finanziarie, oggi nei Brics ma che mantengono relazioni distensive anche con gli Usa e avrebbero visto bene con Trump il rilancio degli accordi di Abramo che potesse fare perno pure sulla Siria di Assad riammesso nella Lega araba. Quello che è successo in Siria è pure un altro pozzo avvelenato della Casa Bianca contro Trump ma non è detto che questo avvelenamento dispiaccia alla Turchia e all'Iran, ma sicuramente no all'Arabia saudita.
Poi ci sono curdi, in Europa molto considerati dalla sinistra, sostenuti dagli Usa e da Israele e guardiani dei pozzi petroliferi siriani occupati dagli americani e fazione decisamente anti-turca, che non disdegna azioni terroristiche come l'attentato di un mese fa ad Ankara.
Per non parlare dell'Egitto, ha buoni rapporti, anzi ottimi, con la Russia ma ha una forte opposizione dei Fratelli mussulmani alleati di Hamas e vicini alla Turchia. Insomma la situazione è molto complessa in quanto gli attori sono tanti e la narrazione non è quella dominante in Occidente. È spesso solo propaganda di guerra contro la Russia ma il guaio è che molti sinistrati ci cascano a piedi uniti.
In questa situazione parlare di fronte antimperialista in Mo è improprio, è sbagliato. C'è un fronte scita della Resistenza guidato dall'Iran che ha ottimi rapporti con la Russia di cui Assad non faceva però parte. E questo è certo. Tutto il mondo islamico si dichiara con i palestinesi ma ad esclusione dei sciti gli altri spesso stanno a guardare, evitano di entrare in conflitto con Israele.
La Russia ha alleati, ma anche paesi neutrali con cui gioca di sponda, Turchia ed Emirati arabi in primo luogo. Ma pure gli Usa hanno alleati e giocano pure loro di sponda. In questo scenario chi è assente è l'Europa che potrebbe esercitare autonomamente per i suoi interessi un ruolo. Ma i burocrati e i tecnocrati della UE sono espressione del dominio del capitale finanziario, sono maggiordomi di un potere ben radicato negli Usa. Senza un ruolo attivo dell'Europa alla tragedia palestinese non sarà mai data una giusta soluzione. Questa è la sua grande responsabilità storica.
Come si vede tutto gli attori, tolti gli europei, sono in campo nonostante il crollo della Repubblica araba di Siria. Pur in presenza di nuove tragedie umanitarie la situazione è aperta e in grande movimento e tutti continueranno a perseguire i propri obiettivi regionali con convergenze spesso tattiche che non aiutano a chiarire la situazione. Però producono un fiume in piena di lacrime e sangue per le popolazioni inermi.
Ma parlare di un indebolimento della Russia nella regione è sbagliato e credo che a lungo andare pure dell'Iran. Vi sono tra gli analisti seri due interpretazione sul ruolo svolto dalla Turchia. Una dice che Erdogan ha subito gli avvenimenti e pertanto ha dovuto agire di conseguenza. L'altra che ne è stato la mente.
Comunque l'esito è lo stesso ed ora ha il cerino in mano. Rischia forti tensioni se non di più con gli Usa sulla questione curda e il sul suo sostegno ad Hamas. Per questa ragione ha bisogno della neutralità russa, di riprendere rapporti diplomatici con l'Egitto, di distensione con l'Iran e di dialogo con le monarchie del Golfo. Ma staremo a vedere.
Rurravia il processo della costruzione di un mondo multipolare non ha subito una brusca frenata. Lo ripeto in continuazione. I Brics non sono uno schieramento antimperialista. Solo ai sinistrati questo semplice concetto non entra in testa.
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