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12 dicembre 2024
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Carta dei diritti valida solo per i cittadini del primo mondo
di Rossella Ahmad

Nel 1948, il 10 dicembre, vedeva la luce la Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo. Carta straccia, come abbiamo avuto modo di capire, con una serie di nobilissimi principii validi però solo per i cittadini del primo mondo. E neanche più per quelli.

In questo giorno, l'anno scorso, il segretario di stato americano, Anthony Blinken, a margine di un incontro con i Leader per i Diritti Umani, consegnò ai posteri un comunicato che dà tutto il senso della distopia in cui siamo immersi. "Ho incontrato i leaders dei diritti umani in occasione del 75esimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani per riconoscerne il coraggioso lavoro. Sappiamo che allorché più persone in più luoghi abbiano i loro diritti rispettati, il mondo diventa più pacifico, più sicuro, più prospero".

Lo disse, senza sprofondare dalla vergogna, mentre a Gaza venivano violati tutti i diritti possibili e immaginabili, di ogni gruppo sociale, persino dei portatori di handicap, fatti azzannare e sbranare dai cani dell'esercito d'occupazione.

Mentre le pile interminabili di cadaveri di bambini si ammassavano sui pavimenti di ospedali senza più corrente elettrica, senza anestetici, senza presidi di pronto soccorso, senza antibiotici. Mentre ad un popolo di profughi, protetto per il suo status dalle convenzioni internazionali, veniva negato cibo, acqua, cure mediche. Mentre file intere di civili denudati e bendati venivano esposti come trofei, picchiati, torturati, minacciati, derisi, fotografati, umiliati.

Mentre tutti gli avamposti di cultura e sanità - università, scuole, ospedali, laboratori di musica e recitazione, archivi - venivano sventrati e dati alle fiamme, come nelle migliori tradizioni barbariche. Mentre veniva devastato un patrimonio storico ed artistico dal valore incommensurabile, assieme a luoghi di culto, di aggregazione, di preghiera.

Mentre avveniva tutto ciò, i leader per i diritti umani stringevano la mano al rappresentante di un paese che stava permettendo, finanziando e giustificando il massacro di innocenti in Palestina, sovvenzionato con i denari dei contribuenti a cui vengono negati sanità pubblica e servizi gratuiti per tutti.

Il genocidio. Anzi, l'etnicidio: il tentativo cioè di eradicare completamente una popolazione, plasticamente simboleggiato dagli archivi dati alle fiamme.

Un paese nato da un genocidio, che termina in un genocidio e che, tra l'uno e l'altro, è responsabile di tanti genocidi e tanti diritti umani violati, calpestati, infranti.

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