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11 dicembre 2024
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Gaza: veicoli esplosivi disintegrano interi isolati
di Alessandro Ferretti

Mentre l’attenzione viene spostata altrove e i media cessano anche quel poco di maldestra copertura che fornivano, la ferocia israeliana contro chi resiste alla pulizia etnica del nord di Gaza continua ad aumentare. L’esercito di occupazione sta radendo al suolo anche i pochi edifici ancora parzialmente in piedi, come si può vedere nel video qui sotto.

La scorsa notte è stata spaventosa: un’intera famiglia di oltre venti persone è stata uccisa nel sonno in un colpo solo, schiacciata sotto le macerie dell’edificio in cui era rifugiata: ormai sono oltre 1400 le famiglie spazzate via e cancellate integralmente dall’anagrafe, dal capostipite all’ultimo dei nuovi nati. In più, stamattina una donna e i suoi due figli sono stati ammazzati da un drone mentre entravano nell’ospedale Kamal Adwan.

A Sheik Radwan, invece, oggi l’esercito ha ammazzato la giornalista Eman Shanti e suo figlio. Il numero di giornaliste e giornalisti uccisi è ormai prossimo a duecento, ennesimo record stabilito dai massacratori israeliani di cui immagino andranno molto fieri.

Ci sono ancora migliaia e migliaia di persone a nord di Gaza City, e il silenzio di media e influencer vari sarà molto utile a Israele per alzare sempre più il livello della violenza e accaparrarsi quella terra zuppa di sangue e di dolore senza venire disturbato più di tanto.

A seguire, l’ennesimo disperato appello del dottor Abu Safia dell’ospedale Kamal Adwan, che ieri è stato di nuovo pesantemente colpito. Dentro ci sono 120 feriti, ma evidentemente per gli israeliani e i loro complici nostrani sono solo parassiti da sterminare.

“La situazione nel nord di Gaza è notevolmente peggiorata da ieri. I bombardamenti non si sono fermati per tutta la notte. Più di sette droni [veicoli telecomandati su ruote] carichi di esplosivo sono stato schierati attorno all’ospedale Kamal Adwan, causando la distruzione di interi edifici e il livellamento di isolati residenziali.

Detriti ed esplosioni hanno colpito direttamente l’ospedale, mandando in frantumi porte e finestre e gettando nel terrore i pazienti all’interno. L’ospedale Kamal Adwan sta attualmente curando più di 120 feriti.

Nonostante fossero stati effettuati alcuni lavori di riparazione all’ospedale, i continui bombardamenti hanno reso vani i nostri sforzi. Abbiamo urgente bisogno di ripristinare i sistemi di ossigeno, acqua, elettricità e strutture di stoccaggio. Questo orribile ciclo di distruzione e riparazione è diventato una routine quotidiana, mentre le nostre strutture affrontano attacchi incessanti.

È stata presa di mira la casa della famiglia Abu Tarabish, situata in una vicina zona residenziale. Vi abitavano più di trenta persone. Purtroppo, nessuno della famiglia è stato portato all’ospedale Kamal Adwan, il che indica che l’intera famiglia è stata probabilmente martirizzata sotto le macerie [al momento le vittime accertate sono ventidue].

Abbiamo ricevuto chiamate di soccorso da vicini e persone intrappolate sotto le macerie, ma non possiamo lasciare l’ospedale a causa del pericolo continuo. Il bombardamento è continuato per tutta la notte e non abbiamo gli strumenti e le ambulanze necessarie per salvare eventuali sopravvissuti. All’alba i vicini hanno iniziato a cercare i sopravvissuti ma, tragicamente, hanno scoperto che erano morti tutti nell’attacco.

La situazione attuale è catastrofica. È stato bloccato l’ingresso delle forniture mediche nel nord di Gaza e ci troviamo di fronte a una grave carenza. Ci mancano anche gli strumenti di base necessari per l’impianto idraulico, l’acqua e l’elettricità. Abbiamo chiesto di portare rifornimenti tramite le ambulanze che evacuano regolarmente i pazienti, ma finora non abbiamo ricevuto il permesso per farlo.

Il pericolo aumenta. Stiamo assistendo a pesanti perdite di vite umane, con molti martiri nelle aree prese di mira.

Chiediamo urgentemente alla comunità internazionale di intervenire e di fermare lo spargimento di sangue in corso contro i restanti cittadini nel nord di Gaza, così come gli attacchi sistematici al sistema sanitario, che viene preso di mira giorno e notte. Le nostre strutture e il nostro personale sono costantemente minacciati ed è necessaria un’azione immediata per proteggerli.”

Per favore, non smettere di parlare di Gaza.

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