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Francesco, unica voce per la pace fra i "grandi" dell'Occidente
di
Armando Reggio
Mentre l'Occidente è esplicitamente negazionista del genocidio israeliano dei Palestinesi, papa Francesco rende omaggio al bambin Gesù con la kefiah palestinese, il tradizionale copricapo della cultura araba e mediorientale.
Lo scorso sabato ha svelato, infatti, il presepio in Vaticano, che quest’anno si presenta con Gesù Bambino avvolto in una kefiah palestinese.
Il presepio è stato elaborato da carpentieri palestinesi di Betlemme con legno d'ulivo della loro terra.
Vi svetta una Stella di Betlemme incisa sia in latino sia in arabo con le parole: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e sulla terra pace e benevolenza a tutti gli uomini”.
Una novità del massimo valore umano e civile... politico - va detto - con il dovuto rispetto per la neutralità della Chiesa Cattolica.
Toccanti, peraltro, sono state le parole del Pontefice sulle vite spezzate a Gaza... spezzate dal demodittatore Netanyahu:
“Questi presepi ci ricordano coloro che, nella terra in cui è nato il Figlio di Dio, continuano a soffrire a causa della tragedia della guerra”.
E ha ribadito il suo consueto e sentito appello: “Basta guerre, basta violenza! Sapevate che una delle industrie più redditizie qui è la produzione di armi? Profitto dall’uccisione. Basta guerre! Mentre i nostri occhi si riempiono di lacrime, eleviamo le nostre preghiere per la pace, affinché la pace possa regnare sul mondo intero e per tutte le persone che Dio ama”.
Un accorato appello, che fa proprio chi cattolico non é e smaschera i tanti, troppi, falsi credenti, a cominciare dai reazionari e dai fascisti in giro per il mondo, anche in mezzo a noi.
Del resto recentemente Francesco ha chiesto un’indagine per stabilire se le azioni di Israele a Gaza equivalgano a un genocidio, iniziativa sottaciuta dai media e dall'estrema destra al potere.
Durante la cerimonia dello svelamento del presepio il Papa ha donato a due bambini palestinesi una Stella di Betlemme, per simboleggiare le atrocità a cui loro e i coetanei assistono inorriditi nel loro Paese.
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