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Apostolico attaccata dopo le dimissioni: magistrati catanesi rispondono
di
Santina Sconza
La Giunta Esecutiva Sezionale del Distretto della Corte d'Appello di Catania deplora i toni sprezzanti e offensivi con i quali taluni esponenti della maggioranza politica del Paese e della stampa hanno “salutato” la scelta di una nostra collega giudice, Iolanda Apostolico, che si è trovata già esposta ad accanimento mediatico, di lasciare la magistratura, scelta personale e volontaria, che va semplicemente rispettata.
Fra questi Maurizio Gasparri che, intervistato sulle dimissioni della Apostolico dalla Magistratura, aveva affermato:
"Finalmente la giudice Iolanda Apostolico ha ascoltato i miei consigli e ha deciso di dimettersi dalla Magistratura. Nota militante politica con la toga sulle spalle, ora sarà libera di manifestare nelle piazze o magari di buttarsi tra le file della sinistra. La Apostolico si è resa conto di non essere adatta a ricoprire un ruolo terzo e imparziale e questo lo apprezziamo. Ma, oltre a dimettersi, la ormai ex giudice farebbe bene anche a chiedere scusa a tutti gli italiani e alla Magistratura stessa per aver scritto pagine vergognose che non potranno essere cancellate".
Maurizio Gasparri, oggi Forza Italia, ma ieri MSI e segretario provinciale Fronte della gioventù, Presidente nazionale del FUAN, deputato del MSI, poi di Alleanza Nazionale, ministro della comunicazione nel governo di Berlusconi ed infine Forza Italia.
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A gennaio 2011 firmò, insieme al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ed altri, una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi, indagato dalla procura di Milano per concussione e prostituzione minorile.
Ha sempre insultato chi lo contrastava ma è stato sempre assolto come accadde con Riccardo Puglisi, ricercatore di economia
dell'Università di Pavia e responsabile delle politiche economiche del movimento politico Italia Unica, cui aveva indirizzato un tweet con scritto: "Ignorante presuntuoso, fai vomitare".
Perciò a Gasparri potremmo chiedere le dimissioni per i suoi comportamenti in rusoli in cui avrebbe dovuto rappresentare il Paese. Invece alla magistrata Iolanda Apostolico va la nostra stima e solidarietà per aver degnamente e con onore svolto il suo ruolo nella Magistratura.
GIUNTA ESECUTIVA SEZIONALE
Distretto della Corte d’Appello di CATANIA
"DEPLORIAMO ancora una volta i toni sprezzanti e offensivi, con i quali taluni esponenti della maggioranza politica del Paese e della stampa hanno “salutato” la scelta di una nostra collega giudice, che si è trovata già esposta ad accanimento mediatico, di lasciare la magistratura, scelta personale e volontaria, che va semplicemente rispettata.
"Iolanda Apostolico ha lasciato la magistratura: meglio tardi che mai, ora potrà comportarsi come una esponente di Rifondazione comunista senza creare imbarazzi ……”
“…. Ora sarà libera di manifestare nelle piazze o magari di buttarsi tra le file della sinistra. La Apostolico si è resa conto di non essere adatta a ricoprire un ruolo terzo e imparziale e questo lo apprezziamo. Ma, oltre a dimettersi, la ormai ex giudice farebbe bene anche a chiedere scusa a tutti gli italiani e alla Magistratura stessa per aver scritto pagine vergognose che non potranno essere cancellate".
In questa come nelle ulteriori vicende nelle quali segmenti della politica e della stampa, anziché confrontarsi – come è legittimo – con gli argomenti spesi nei provvedimenti giudiziari, hanno preferito scavare nelle vite private dei magistrati estensori, deplorarne la libertà di manifestazione del pensiero, e comunque, anche per criticarne le scelte, usato toni di stigma contro le loro persone con metodi aggressivi e intimidatori,
INVITIAMO tutti, a prescindere dallo schieramento politico, ad abbandonare un approccio come questo, che crea solo disinformazione, confusione e una immotivata e pregiudiziale sfiducia dei cittadini nella magistratura, e ad alzare la propria voce, se non si condividono questi toni e questi metodi.
Ci sembra peraltro doveroso ricordare che, lungi dal costituire “pagina vergognosa”, il provvedimento del tribunale di Catania all’origine della gogna contro la collega, ritualmente impugnato dal Ministero dell’Interno, nel corso del 2024 ha generato un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell'Unione europea da parte della Corte di Cassazione (organo che doveva decidere sulla impugnazione), a seguito del quale lo stesso Ministero ha deciso di modificare con decreto proprio la disciplina del profilo censurato dal Tribunale di Catania, per poi rinunciare al ricorso, con estinzione del giudizio in Cassazione.
Catania, 7 dicembre 2024
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